La Vergine è seduta e ha in braccio Gesù bambino, in questo caso più simile a un fanciullo, con una lunga tunica blu, uguale a quella della madre. La testa di Cristo, probabilmente deteriorata, è stata rifatta in epoca successiva, infatti è un po’ piccola rispetto al corpo e i tratti del viso sono diversi da quelli di Maria. Entrambi probabilmente avevano qualcosa in mano, come mostra la loro posa. Una delle figure forse reggeva un libro, che identificava Maria come “sedes sapientiae”, trono della sapienza: un’iconografia dai complessi rimandi teologici che compare nelle raffigurazioni (icone, miniature,statue e dipinti) e che proviene dall’arte bizantina, così come la posa frontale dei personaggi. Nel Medioevo le sculture lignee rappresentavano una tipica immagine di culto che, grazie alla tridimensionalità e alla ricca policromia, contribuiva a rendere più vicini ai devoti i personaggi sacri raffigurati. Sulla base di confronti stilistici quest’opera è ritenuta fiorentina e databile verso il 1280. Da notare la morbidezza e la libertà dei panneggi, in contrasto con l’impostazione rigida delle figure.
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