La tavoletta riproduce, con alcune varianti, una famosa composizione di Leonardo da Vinci che raffigura San'Anna, la Vergine con il Bambino e l'agnello, conservata al Museo del Louvre.
Leonardo lavorò a lungo a quest’opera, eseguendo i primi studi intorno al 1501 e portandola a compimento, forse a Milano, tra il 1510 e il 1513. Ancora allo stadio di cartone la composizione leonardesca divenne celeberrima e fu oggetto di grandissimo interesse, come testimonia il notevole numero di copie e varianti coeve che ne sono state tramandate.
Nel dipinto del Museo Poldi Pezzoli, di piccolo formato e nato per la devozione privata, manca, rispetto all’originale di Leonardo, la figura di sant’Anna, probabilmente per una precisa richiesta della committenza, e appare diverso il paesaggio: in quest’ultimo le architetture della città sulla destra e del castello sull’alta rupe a sinistra mostrano una caratterizzazione di tipo nordico, forse francese, come è stato proposto da alcuni studiosi, in omaggio ai nuovi dominatori del ducato milanese.
I caratteri stilistici dell’opera, la particolare scelta cromatica, fredda e intonata all’azzurro, e l’elegante interpretazione in chiave raffaellesca del modello di Leonardo confermano l’attribuzione a Cesare da Sesto. La tavoletta si data verso la fine del 1515, dopo il ritorno del pittore a Milano, al termine del lungo soggiorno in Italia centrale e meridionale, durante il quale aveva potuto conoscere direttamente le opere di Raffaello.
La puntuale e meticolosa resa della vegetazione in primo piano è probabilmente da collegarsi a un intervento di Bernardino Bernazzano, artista che collaborò con Cesare da Sesto anche in altre opere.
A.D.L.
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