Andrea Bianchi, soprannominato il Vespino, fu un abile pittore attivo a Milano tra la fine del Cinquecento e il primo trentennio del Seicento: fu l’artista di fiducia del cardinale Federico Borromeo che gli commissionò varie copie di grandi capolavori del Rinascimento, e in particolare da Leonardo da Vinci. La Vergine delle Rocce. Essa è estremamente fedele alla versione che ora si trova a Londra, e che all’epoca adornava ancora la cappella dell’Immacolata Concezione al convento di San Francesco Grande, vicino alla basilica di Sant’Ambrogio. Anzi, la copia del Vespino ci restituirebbe lo stadio originario della versione di Londra, sulla quale i tre personaggi (Gesù Bambino, san Giovannino e la Vergine) portano l’aureola e il piccolo san Giovanni regge una croce. I critici hanno infatti appurato che aureole e croce in realtà furono aggiunti per motivi devozionali in un secondo tempo, dopo i primi decenni del Seicento, ma erano assenti nell’originale. Anche in questo caso dunque è riconfermato il valore e la finalità documentaria di queste opere nate all’interno del progetto artistico-culturale dell’Ambrosiana e che, lungi dall’essere banali plagi, ci permettono ancor oggi di ricostruire la storia dei grandi capolavori del Rinascimento italiano.
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