Grande recipiente a doghe in legno di rovere per la fermentazione del mosto, con quattro cerchi di ferro e spina (svinadóra) in legno di bosso. Di produzione artigianale ad opera del bottaio Ennio Schianchi, è datato 1922. La forma svasata, detta “a campana” era la più adatta per la corretta fermentazione. Si riempiva il tino di mosto che, dopo 12-24 ore, iniziava a fermentare gorgogliando rumorosamente e spingendo in superficie le vinacce (al capél di grasp). Il vino rosso veniva solitamente lasciato bollire per 8 giorni; quello bianco per 3-4 giorni. Dopo la svinatura, con le vinacce rimaste si preparava il mezzovino, ma anche le cipolle e i peperoni conservati sotto aceto.
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