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TO LIVE IS TO BE SLOWLY BORN

KASHEF CHOWDHURY / URBANA

Biennale Architettura 2016 - Mostra Internazionale

Biennale Architettura 2016 - Mostra Internazionale
Venezia, Italia

C’è qualcosa di molto gratificante ed edificante quando, da contesti difficili,emerge un’architettura sobria, coerente e persino (spazialmente) ricca. È forse una delle prime cose che si apprezzano nell’opera di Kashef Mahboob Chowdhury in Bangladesh. In una diversità di programmi Chowdhury riesce a coniugare la comprensione locale del problema e delle risorse disponibili con una qualità universale del risultato. Questa qualità può derivare dal fatto che la massa degli edifici (pareti, pavimenti, tetti, soffitti) sembra costruita seguendo il buonsenso: materiali convenzionali, tecniche ragionevoli, forme semplici. Al tempo stesso, sembra presente una fiducia nelle operazioni architettoniche classiche: Chowdhury, anziché cercare disperatamente di essere contemporaneo, usa una sequenza piuttosto tradizionale di cortili, corridoi e stanze. In uno dei Paesi più poveri del mondo, realizzare edifici architettonicamente corretti può già essere considerato un notevole successo, ma Chowdhury si spinge oltre, con soluzioni estremamente brillanti. L’intensità non risiede nella massa, ma nei vuoti: gli ambienti aperti e intermedi hanno una dignità, una gerarchia, persino una poesia che non solo conferisce allo spazio una certa nobiltà, ma instaura anche un ricco dialogo con il paesaggio. L’architettura dei vuoti non si limita a rispondere in modo efficiente alle condizioni ambientali, ma usa la natura (la pioggia, il sole, il cielo) come un materiale prezioso. Non c’è nulla di trascendentale, ma per qualche ragione queste semplici operazioni sembrano essere state dimenticate e persino trascurate dall’architettura contemporanea. I lavori di Kashef Chowdhury ci ricordano una lezione che abbiamo imparato all’inizio dei corsi di design, ovvero modellare la massa e i vuoti alternando i loro rispettivi ruoli di primo piano e sfondo. L’approccio di Chowdhury può essere una chiave per operare in contesti di scarsità poiché questa semplice regola è simultaneamente un principio di economia e un elemento inevitabile.

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  • Titolo: TO LIVE IS TO BE SLOWLY BORN
  • Creatore: KASHEF CHOWDHURY / URBANA
  • Diritti: Foto di Francesco Galli; Courtesy la Biennale di Venezia, Con il supporto di Salman Raham, BEXIMCO
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