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Untitled (after Domenico Veneziano) (dalla serie Luminary Petals on a Wet, Black Bough)

Victor Man2015

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015
Venezia, Italia

Victor Man
Nato a Cluj-Napoca, Romania, nel 1974.
Vive e lavora a Berlino, Germania, e a Cluj-Napoca.

Solo con gradualità l’occhio si orienta mentre i contorni delle immagini emergono dai toni neri, grigi e verdi dei dipinti di Victor Man, piccoli e intimi. Questo graduale processo di riconoscimento trasforma le immagini in una soglia, un posto di transizione verso un’altra realtà interiore. Lo spazio che si mostra avvolto nell’oscurità nelle opere di Man porta gli spettatori in un mondo misterioso in cui la banalità si mescola alla fantasia, la mitologia al feticcio, l’esperienza individuale ai riferimenti storico-artistici, il maschile al femminile, l’uomo alla bestia. Questo cosmo magico racchiude ritratti e nature morte insieme a soggetti belli, occulti e persino erotici. I dipinti, che attraggono e risucchiano lo spettatore nei loro mondi, non danno però spiegazioni. Al contrario, nel gioco di suggestioni e riferimenti, è sempre presente la possibilità di rovesciarne il significato nell’occhio dello spettatore. In questo senso, una natura morta apparentemente innocua che ritrae dei rami esili e sobri in un vaso, come nel suo Virgacs (St. Nicolas) (2011), diventa un oggetto che suscita paura dopo averne decodificato il riferimento al San Nicola del titolo e alla sua controparte, i Krampus, che punisce i cattivi. Quando Man attinge a fonti letterarie e all’arte, preferisce fonti che hanno a che fare con i limiti dell’esistenza umana. Il corpo umano, trasformato, costretto, torturato e amputato, è spesso al centro dei suoi misteriosi dipinti senza tempo. Un motivo ricorrente è la decapitazione: una figura seduta, che si vede solo fino al collo per via del formato del dipinto, tiene una testa mozzata in grembo. Non è chiaro se si tratta di un uomo o di una donna. Il motivo rievoca le immagini di Giuditta e Oloferne, o di Salome e Giovanni Battista. L’ambiguità sessuale della figura svela l’interesse di Man per i surrealisti e i loro esperimenti con immagini sessualmente indefinite. Alcune delle opere recenti di Man, presentate alla 56. Biennale di Venezia, si basano su dipinti del proto-rinascimento italiano. Sono dipinti che raccontano le sorti degli emarginati, come i martiri o gli eremiti, che hanno sofferto il dolore fisico e psichico per restare fedeli a ciò che credevano. Man adatta la composizione e l’iconografia delle sue fonti, ma ne manipola in senso drammatico luce e ombra. Tutti questi lavori usano i colori scuri della notte, intensificandone quindi l’effetto arcano. Al di fuori dell’ambientazione oscura, i soggetti assumono un’aria familiare per lo spettatore che, consciamente o meno, riconosce i riferimenti nascosti. Ma è la stessa oscurità che, come la memoria di un’esperienza passata, rivela vividamente le immagini di dolore e di tortura nella mente dello spettatore.

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  • Titolo: Untitled (after Domenico Veneziano) (dalla serie Luminary Petals on a Wet, Black Bough)
  • Creatore: Victor Man
  • Data di creazione: 2015
  • Diritti: Courtesy l'artista; Gladstone Gallery, New York; Galerie Neu, Berlin; Galeria Plan B, Cluj, Berlino, foto di Andrea Avezzù; Courtesy la Biennale di Venezia, con il supporto di Institut für Auslandsbeziehungen – ifa
  • Materiale: oil on canvas mounted on wood
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