Kerry James Marshall
Nato a Birmingham, USA , nel 1955.
Vive e lavora a Chicago, USA .
Kerry James Marshall è nato a Birmingham, in Alabama, ma è cresciuto a Los Angeles, dove ha frequentato l’Otis Art Institute e qui si è laureato nel 1978. Negli ultimi trent’anni ha sviluppato una pratica versatile e sofisticata che affronta i temi chiave dell’identità e dell’appartenenza, in particolare nel contesto della comunità afroamericana. Il lavoro di Marshall risponde a una serie di quesiti: come si inseriscono le storie dei neri in una relazione dominante che si basa sull’idea della superiorità bianca? Come possono gli afrocamericani identificarsi con una cultura popolare e dei canoni storico-artistici che li escludono? Come si può raggiungere la pienezza della cittadinanza politica e della partecipazione culturale di fronte all’esclusionismo insito nelle istituzioni della società occidentale? Lo strabiliante corpus di opere di Marshall spazia fra disegno, pittura, video, fotografia e installazioni scultoree. Laddove l’artista mette in discussione gli stereotipi che governano la rappresentazione pubblica degli afroamericani, assapora anche i dettagli e la trama dei “mondi- vita” che gli afrocamericani hanno creato e abitato. La sua pratica etnografica, rigorosa ed empatica, è intimamente legata a un amore per l’idiosincrasia, l’eccentrico e il fiabesco. Le indagini di Marshall sono sostenute da una magistrale conoscenza della storia visiva. I suoi ritratti di neri, che si riferiscono al canone storico-artistico o agli archivi del cinema e della pubblicità, ci ricordano fortemente che di solito sono i bianchi a occupare certe nicchie dell’immaginario popolare. Rivendicando questi luoghi pittorici per chi è subliminalmente o apertamente identificato come “l’Altro”, Marshall riesce a farci prendere coscienza del problema. La politica della percezione è alla base anche della serie Blot, che potrebbe apparire come un lavoro gestuale-astratto, ispirato alle macchie di Rorschach: facendo leva sul nostro bisogno di trovare un senso nel disegno, questi dipinti mettono a nudo la nostra tendenza a rintracciare qualcosa di familiare in ciò che è estraneo. La nostra esperienza dell’estraneo, la nostra xenofobia, è troppo spesso filtrata da pregiudizi e preferenze, concetti e categorie che abbiamo già interiorizzato. L’arte di Marshall ci invita a liberarci da questa pigrizia cognitiva e a sviluppare nuove forme di coinvolgimento, possibilmente rischiose, che vadano oltre il nostro orizzonte tranquillo.
Visual arts: ti interessa?
Ricevi aggiornamenti con il tuo Culture Weekly personalizzato
Ecco fatto
Il tuo primo Culture Weekly arriverà questa settimana.