L’artista, definito spesso dalla critica come multiforme, era al tempo del Premio Lubiam studente di Accademia d’Arte a Venezia. Fu questa esperienza l’inizio di un percorso di ricerca che ha coinvolto ambiti visuali e musicali. Ma del giovane Mauro Sambo ancora pittore l’opera qui presentata è emblematica: egli esplora il vissuto invisibile, costituito da gesti minimali e da noncuranze che si traducono nella rarefazione delle figure ritratte sulla tela. Sua caratteristica è quella di creare all’interno del quadro zone diverse in cui i gesti dei personaggi rappresentati si sovrappongono e si specchiano. Il lavoro accurato di definizione delle sfumature e degli altrettanto tenui toni di colore è soltanto il preludio delle grandi realizzazioni completate in età matura.