Nel 1959 Castellani realizza la prima “Superficie a rilievo” (“Superficie nera in rilievo”), esplorando un processo operativo che diventerà il punto di partenza per ogni sua successiva ricerca. Esso consiste nel mettere in tensione la superficie della tela, rigorosamente monocroma, mediante un’alternanza di introflessioni ed estroflessioni, determinate da un doppio ordine di chiodi disposti al verso della tela. Questa dimensione di ricerca, che si pone oltre al quadro e alla pittura, trae alimento dall’opera di Fontana, punto di riferimento imprescindibile per i giovani artisti operanti nell’ambiente artistico milanese a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta. A Fontana viene infatti dedicato l’articolo di apertura del primo numero di «Azimuth», la rivista fondata nel 1959 dallo stesso Castellani, con Manzoni e Agnetti (uscita in due numeri tra il 1959 e il 1960), orientata a registrare il dibattito artistico oltre l’informale. “Il bisogno di assoluto che ci anima, nel proporci nuove tematiche – scrive Castellani nel secondo numero della rivista – ci vieta i mezzi considerati proprii al linguaggio pittorico; non avendo interesse a esprimere soggettive reazioni a fatti o sentimenti ma volendo il nostro discorso essere continuo e totale escludiamo quei mezzi di linguaggio (composizione e colore) che sono sufficienti al discorso limitato, alla metafora e alla parabola, e che si rivelano gratuiti allorché si consideri che, sollecitando per la multiformità una scelta, pongono una problematicità spuria e non essenziale allo sviluppo dell’arte”. Rivela in quell’occasione Castellani che questa nuova dimensione artistica, attraverso “il processo di un’entità elementare, linea, ritmo indefinitamente ripetibile, superficie monocroma”, può conferire alle opere “concretezza di infinito” e “subire la coniugazione del tempo, sola dimensione concepibile, metro e giustificazione della nostra esigenza spirituale”. Tutto questo si evidenzia nelle “Superfici”, dove gli effetti percettivi, creati dalle introflessioni e dalle estroflessioni, dilatano lo spazio e lo dinamizzano