Talete amava la natura e l'astronomia, scrutava per intere notti il cielo e sapeva classificare molte costellazioni. Sapeva leggere l'andamento del tempo, prevedeva i giorni di pioggia e le belle stagioni, riusciva ad indovinare la quantità dei raccolti ancora prima che le piante fiorissero e dava consigli ai generali perché non cadessero nei tranelli dei nemici e nelle avversità delle lunghe marce. Viaggiò moltissimo. Tornato a Mileto, Talete sistemò le varie conoscenze che aveva appreso e riuscì a prevedere l'eclissi di sole del 28 maggio 585 a. C. Da allora fu annoverato tra i sette saggi dell'umanità e "sacerdote" di Urania, dea dell'astronomia.
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