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Va ton chemin, Oggetto 216

Lonzi Marta1995

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Bozze e stesure delle traduzioni in lingua francese realizzate da Michèle Causse di Vai pure. Presente corrispondenza professionale con Jaqueline Vodoz.

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  • Titolo: Va ton chemin, Oggetto 216
  • Creatore: Lonzi Marta
  • Data di creazione: 1995
  • Trascrizione:
    tuo strato umano ricco, disponibile che non aveva nien- te a che vedere con quell'arzigogolamento un po' let- terario che veniva fuori, capisci? Allora mi ricordo la lettura, che ero proprio imbarazzata perché non mi piacevano quei bozzetti, la Brigida, il calzolaio ... mi ricordo la Brigida in particolare, con uno sdilinqui- mento ... proprio datati, ecco, di un periodo preciso, di un gusto preciso che ormai mi sembrava che ap- partenesse a quattro gatti. E dicevo « se si mette a scrivere di sé in quel modo risulta vecchio proprio, non interessante, un mondo di riesumazioni, di pic- cole cose, non ha nessun fiato, nessuna larghezza_uma- na >>. Mentre poi stando con te, sentendo la densità dei tuoi sentimenti, di come eri disposto a rischiare per entrare dentro te stesso, mi sembrava che non c'era paragone con questi bozzetti di ricordi. Allora capisco che io ho trovato in te la persona che aveva quel desiderio, ma nella sua cultura non lo poteva rea- lizzare. P. No, nella mia famiglia non c'era colloquio, per esempio. C. Non è solo nella tua famiglia, ma era anche nel mondo culturale in cui ti eri mosso, che non dava spazio al tuo bisogno di parlare di te stesso. Però io sentivo in te uno che vuole anche tirare fuori la sua umanità e anche rivelarla agli altri. Tu hai potuto poi fare questo libro in conseguenza del rapporto con me, del colloquio con me. Questo è un punto impor- tante da definire. Che non mette in questione la tua autenticità, ma al contrario rivela come si è potuta tirare fuori, come hai potuto scoprirla e crederci per quel tanto e in quei modi che a te interessavano. Che poi non sono i modi miei. Capisci, Pietro? P. Sí. 104 C. Quel libro io non l'avrei mai scritto cosí, non sono il tipo di scrivere in quel modo, è una cosa tua. Però è come se tu hai potuto cominciare a realizzare quello a cui aspiravi e che non potevi realizzare pro- prio per la tua carenza di colloquio e quindi di rife- rimento a un qualcuno che tenesse sicuramente saldo questo punto. Quando dici « un amico il giorno dopo mi cambia », io non cambio; tu sai che anche se non ci vediamo piú, finché io sono in vita sono su quel punto. Questo qui dà forza anche a te, se sei in Bra- sile o in Nicaragua e vuoi dire una tua verità, sai che io sarò sempre dalla parte di quella verità. Se questo non viene puntualizzato sento che sparisco per quello che ho significato nella tua vita e allora sparisco dap- pertutto, capisci? P. No, non sparisci dappertutto. Non devi sparire dappertutto e non lo dire neanche. C. E non lo ... P. Non lo devi neanche dire. C. Ma è cosí, Pietro. Perché vuoi pensare che non è cosí? Ma non lo capisci che il mio rischio è quello? P. Perché se tu sparisci, io non sparisco. Ci sarà un'altra cosa. C. Sí, perché tu hai il potere, quindi hai sempre ... Se io sparisco cosa vuol dire? P. Se non ti incontro piú. C. Ma no, ti ho detto che ormai è una cosa interio- rizzata: tu sai che io sono quella. Diventa anche una figura a questo punto simbolica, che io simbolizzo 105
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