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Va ton chemin, Oggetto 288

Lonzi Marta1995

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Bozze e stesure delle traduzioni in lingua francese realizzate da Michèle Causse di Vai pure. Presente corrispondenza professionale con Jaqueline Vodoz.

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  • Titolo: Va ton chemin, Oggetto 288
  • Creatore: Lonzi Marta
  • Data di creazione: 1995
  • Trascrizione:
    legamento con quella che è stata la sua esperienza con Yo la donna. Diventa un gigante monolitico che deve af- frontare altri giganti monolitici in una competizione per ottenere risultati e conquiste. P. Sí. C. Questa è una scoperta drammatica per la donna. Lei non capisce come mai l'uomo la possa tradire co- sí - e tradire se stesso anche sapendo che la re clusione sua è un'oppressione, è una violenza che le è stata fatta. E sapendo l'uomo, di se stesso, che sen- za questa iniziazione con la donna lui non è neanche un uomo, non è in grado di sentire la sua umanità. Ora io questo punto lo devo documentare perché ri- sulta nella mia esperienza, però farei una formula- zione generale. P. Questo tipo di ingiustizia di cui tu parli, è in fondo il lato migliore del rapporto perché nel caso peggiore, nel caso usuale succede ancora peggio: che la donna si estingue e l'uomo continua a andare avanti mantenendo sempre rapporti con l'esterno. La donna diventa una subordinata, una trascurata, un individuo abbastanza distrutto, accantonata a casa. Tu parli di te e di me, oppure di relazioni un po' in dialettica ... e dici che l'uomo non trasmette questo suo rapporto interiore con la propria compagna ... C. Non dà testimonianza di lei. P. Si vede che: o c'è la testimonianza e non viene letta, oppure non può essere letta. C. Non è data. 7 P. Oppure non è data. Io suppongo che nella let- teratura come nell'arte viene data testimonianza. Non 76 so se io l'ho data, ma altri artisti l'hanno data: dei sodalizi intelligenti, stimolanti sono esistiti. Con le ri- chieste, con la coscienza che porta il femminismo en- tra una conflittualità nella cosa, quindi non so se l'uomo si è messo in difesa e quindi ha paura di tra- smettere questa testimonianza, che è un rischio ter- ribile ... Nasce nell'uomo la sensazione di nascondere la testimonianza. Oppure l'incalzare del femminismo deve provocare assolutamente questa alzata di scudi da parte dell'uomo. Perché quando finisce il sodalizio pacifico, armonioso, eh, si rompe qualche cosa di ab- bastanza definitivo, si rompe una cinghia di trasmis- sione reciproca. Perché poi non mettiamo solo che la donna fa entrare negli Inferi l'uomo, l'uomo si vede che fa entrare la donna nel Paradiso, supponiamo, in un tipo di estasi di cui ha bisogno. Perché se la don- na non ha bisogno di essere introdotta agli Inferi, l'uomo non ha bisogno di essere introdotto in Para- diso perché tendenzialmente è portato alla sua ricerca. C. Siccome la donna è dialogo, il Paradiso per lei significa poter esercitare questo dialogo con un altro. Tutto il problema è lí. Quello che dà l'uomo è il per- messo alla donna di svolgere il suo senso dell'esisten- za che è di essere in relazione. La donna avverte for- tissimo tutto ciò che avviene tra gli esseri, e l'esi- genza di dialogo, di analisi reciproca, che è poi il rap- porto, tende a metterlo in evidenza; mentre l'uomo è indotto a non soffermarsi su questi legami proprio perché ha bisogno di sentirsi unico protagonista. E' li che si crea il conflitto perché la donna porta alla coscienza tutto l'intreccio che esiste realmente tra le persone nel rapporto, l'uomo ne usufruisce però sem- pre rimuovendo quello che accade e vedendo crescere se stesso. Perché l'immagine che l'uomo ha di sé è fuori dal rapporto, mentre la donna vive se stessa nel rapporto. Quindi la donna è abbastanza cosciente del 77
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