In questa Vanitas, ammonitrice della precarietà dell'esistenza, Jacopo Ligozzi descrive una testa in avanzato stato di decomposizione con attenzione analitica, la stessa che troviamo nelle illustrazioni naturalistiche realizzate durante il servizio presso la corte Medicea. L'associazione del libro e del teschio è testimonianza della limitatezza dell'uomo e dei suoi sforzi conoscitivi, mentre la clessidra sulla destra fa riferimento allo scorrere del tempo. Si tratta di un'opera di grande qualità esecutiva e di forte impatto emotivo.