Edificata alla fine del XV secolo come Sala del Maggior Consiglio, la grande aula oggi detta Salone dei Cinquecento deve il suo attuale aspetto alle opere di ampliamento e decorazione che il duca Cosimo I de’ Medici vi fece compiere dopo il suo trasferimento in Palazzo Vecchio (1540), per trasformarla in una monumentale Sala del Trono. I dipinti su tavola e gli affreschi che ne decorano il soffitto e le pareti furono realizzati tra il 1563 e il 1571 da Giorgio Vasari e dai suoi collaboratori secondo un programma iconografico ideato dall’erudito Vincenzo Borghini. Il tema principale di tale apparato è il confronto tra due importanti guerre vinte dai fiorentini: sulla parete ovest e nei lacunari del soffitto posti sullo stesso lato, le battaglie contro i pisani combattute in epoca repubblicana (1495-1509); dalla parte opposta, secondo il medesimo schema, quelle condotte da Cosimo I per la conquista di Siena (1553-1555).
Nella descrizione che lo stesso Vasari compilò delle sue pitture di Palazzo Vecchio fingendo di illustrarle al principe Francesco in un dialogo ideale, pubblicato dopo la sua morte con il titolo Ragionamenti (1588), il tema è così compendiato: “In questi sette quadri adunque verso le scale ci ho messo il principio, il mezzo ed il fine della guerra di Pisa, fatta dal governo popolare in spazio di quattordici anni, così come ho fatto quaggiù in queste tre storie grandi nelle facciate. In questi altri a dirimpetto […] ci è tutta la guerra di Siena, fatta dal duca Cosimo in ispazio di quattordici mesi”. Come si evince da questo brano, il confronto tra le due guerre aveva lo scopo, da un lato, di celebrare le glorie fiorentine, dall’altro, di mettere in risalto l’efficacia del regime monarchico e le doti personali di Cosimo, in contrapposizione con la scarsa efficienza del precedente governo repubblicano.
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