E' questa una delle vedute più “alla Canaletto” del pittore Francesco Guardi, caratterizzata da una composizione allargata e ricca di dettagli. Risale ai primi anni di Guardi vedutista, quando forse, approfittando dell'assenza di Canaletto, in quegli anni in Inghilterra, l'artista si cimentò in un genere molto richiesto nel mercato locale ed estero. Guardi è qui profondamente suggestionato dall'arte di Canaletto, da cui desume l'attenzione per la costruzione prospettica e luministica, la resa minuziosa degli elementi architettonici e delle figure. E' documentato l'uso da parte del Guardi della camera oscura (il Museo Correr ne conserva una tradizionalmente legata al suo nome), sebbene meno frequente che in Canaletto.