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Nel 1907 Adele Zagari, figlia dello scultore e architetto messinese Saro Zagari, donò all’Accademia di San Luca di Roma “due bozzetti dei bassorilievi, realizzati dall’artista nel 1847 per la facciata del teatro di Santa Elisabetta (oggi Vittorio Emanuele) di Messina”. Intendeva così ricordare la memoria del padre e adempiere alle norme statutarie che richiedevano ad ogni nuovo accademico di lasciare all’istituzione “un qualche saggio della sua abilità”. Zagari era stato accolto tra gli accademici di merito nel 1868. Era un artista affermato: dopo una prima formazione in architettura a Messina si era potuto trasferire a Roma grazie al patrocinio della municipalità e si era dedicato alla scultura presso l’atelier di Pietro Tenerani. L’alunnato è testimoniato anche dalla pressoché totale ripresa della Flora del maestro nella figura allegorica della città di Messina, inserita nel gruppo monumentale
del Tempo che scopre la Verità eseguito da Zagari per coronare il frontone del teatro siciliano. I bassorilievi esposti, che costituiscono parte della decorazione esterna del prospetto del teatro Vittorio Emanuele, erano stati giudicati favorevolmente dall’Accademia romana nel 1865, come si legge nella corrispondenza tra il sindaco di Messina e il presidente dell’istituzione. (M. M.)