Gary Hustwit ha inaugurato la sua trilogia di documentari con Helvetica, accendendo i riflettori su uno di quegli argomenti che mai avremmo pensato potessero essere oggetto di riflessione, eppure ci ha schiuso tutto un mondo. Ci siamo guardati intorno e all’improvviso abbiamo realizzato che quel carattere tipografico era dappertutto. Quel font sans serif, semplice e pulito, caratterizzato da un taglietto orizzontale all’estremità delle lettere, era l’incarnazione stessa dello spirito della modernità e della nuova era post–bellica. Poi, l’attenzione di Hustwit si è spostata sugli oggetti. Il suo secondo documentario, Objectified, ci ha resi consapevoli di come ogni oggetto utilizzato abbia una sua forma precisa, decisa da qualcuno. Non c’è da stupirsi che a concludere la trilogia sia stato Urbanized, grazie al quale il grande pubblico si è reso conto che anche i posti in cui viviamo hanno una loro forma, in grado di migliorare o meno la nostra qualità di vita, e che questa forma è il risultato di una scelta altrui.
Il nuovo film di Hustwit è dedicato ai luoghi di lavoro. In genere, quando si sente parlare di “architettura” si pensa subito alle case: nell’immaginario collettivo, un architetto è qualcuno che progetta case, e forse è anche vero che, fino a non molto tempo fa, gran parte della nostra vita scorreva dentro le mura domestiche. Se calcoliamo le ore di sonno, probabilmente è ancora così. Ma se togliamo dall’equazione il tempo dedicato al riposo notturno, alla fin fine trascorriamo in casa solo un paio d’ore al giorno: al mattino, per la doccia e la colazione, raramente all’ora di pranzo, e poi a sera per la cena e forse un po’ di televisione. La maggior parte del tempo la passiamo sul posto di lavoro. Investiamo una quantità di denaro nelle nostre case per dotarle di ogni comfort in grado di migliorarci la vita, ma dovremmo investire il doppio nel luogo di lavoro, perché è questo l’ambiente che può davvero rendere migliore o peggiore la nostra esperienza di vita. Come già successo con gli altri documentari, anche la prima mondiale alla Biennale di Venezia di questo nuovo film di Hustwit può sensibilizzare il pubblico a una realtà molto familiare che diamo per scontata e che mai avremmo pensato potesse essere diversa. Il primo passo verso un cambiamento positivo, qualora fosse necessario.
Visual arts: ti interessa?
Ricevi aggiornamenti con il tuo Culture Weekly personalizzato
Ecco fatto
Il tuo primo Culture Weekly arriverà questa settimana.