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«L'Approdo letterario», Oggetto 23

Carla Lonzi09 marzo 1959 - 21 settembre 1967

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Corrispondenza circa la trasmissione dei testi per la rassegna Arti figurative di "L'Approdo" radiofonico (RAI) e per la versione stampata della rubrica; circa il contenuto degli articoli e la loro presentazione; invito al V Congresso nazionale degli scenografi, con prolusione inaugurale di Anton Giulio Bragaglia (Firenze, novembre 1958), sull'invito annotazione manoscritta per la consegna di un articolo di Lonzi al prof. Betocchi. Si conserva inoltre il saggio dattiloscritto dal titolo Di Vlaminck, di Licini e d'altro (2 copie); cfr. Carla Lonzi, Arti visive. Ricordo di Maurice Vlaminck e di Osvaldo Licini, estratto da: «L'Approdo letterario», n. 5, 1959 [III Sezione: Biblioteca].

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  • Titolo: «L'Approdo letterario», Oggetto 23
  • Creatore: Lonzi Carla
  • Data di creazione: 09 marzo 1959 - 21 settembre 1967
  • Trascrizione:
    la pittura moderna. Ma a quasi tutti i "?auves" doveva accadere un Incidente simile, non ultimo a Derain. E' questo 11 periodo glorioso, polemico, che va dal 1905 al 1907 circa e che prende appunto il nome di "Fauvisme" ossia "pittura di belve" e che sotto il patronato di Van Gogh e di Gauguin scatena una pittura di colori puri, quelli dell'iride presi tali e quali dal tubetto e accostati con radianti effetti di complementari . "Fauve" di altra alevatura che Vlaminck e Derain,e antesignano del movimento, fu Matisse già con accenni dal 1899, e Braque, entrambi provenienti in linea retta dall'esperienza impressionista , ma, sia pure in diversa misura, già al di sopra del movimento o meglio al di-dentro, nel cuo_ re dell'esigenza di un grande colorismo moderno fatto di potenziale lu_ minoso ; e qualche altro tra cui. Varquet, Dufy, Valtat, ecc. Al confron_ to delle belve che dovevano percorrere rabbiosamente la giungla feconda della pittura moderna, queste della Costa Azzurra, di Saint Tropez a ai Collioure all'inizio del secolo sembrano, a distanza di cinquant'an_ ni, felini domestiei incantati a un sole che già l'impressionismo ave_ va filtrato senza peraltro concentrarne in provette 12 tenero brillio. Nel piccolo museo di Saint Tropez se ne respira il battito di aperta felicità : Derain non è stato mai più così sontuoso e persiano, Matisse irradiava, Braque sceglieva le luci con dei violetti rosati che presegi_ vano già i suoi interni di dopo ; Vlaminck 11 più"fauve" di tutti, il più schematito e il più irruento, certo dovette parere allora il più audace. Almeno quello che pretendeva tener testa al cubismo e a Picasso: uno dei primi - a suo dire il primo addirittura - ad esaltare l'arte negra e a collezionarla. Ma il "fauvisme" stretto, già dal 1908 stava affossandosi in una "impasse" proprio per la sua unilaterale visione searsa di elementi di sviluppo (avzebbe a fruttato piuttosto in Germania nella rivoluzio_ ne tanto de cecelete e radicale degli espressionisti): Vlaminck e Derain se ne resero conto e si volsero a Cézanne e persino ai cubisti intrapren_ dendo una dirottata pittura di forme ( ultimamente una wenza di questo
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