The Birth of a Unique Gown: The DelphosPalazzo Fortuny
Abito Delphos (dettaglio) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Il più grande successo dell’atelier di Mariano Fortuny fu la creazione, nel 1909, del Delphos, l'iconico, semplice, abito monocromo che prese ispirazione dai miti greci.
Stile
Dal punto di vista stilistico, la principale fonte d’ispirazione dell’abito è il chitone ionico dell’Auriga di Delfi, scultura greca rinvenuta nel 1896.
Ispirazione greca - L'Aurige di Fratelli Alinari di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Henriette con prototipo di abito Delphos (1909) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Con un’annotazione autografa posta a margine del brevetto, Fortuny riconosce in Henriette, sua moglie e musa, la vera ideatrice del Delphos.
Studio per la veste rosa (Henriette Fortuny) (1932) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Henriette Fortuny - Ritratto di una musa, mostra di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Abito Delphos con sopravveste in seta stampata (1920) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Modella con abito Peplos (1920) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Alcuni modelli, introdotti nel mercato negli anni Venti, conosciuti con il nome di Peplos, erano confezionati con una parte, indicata nell’antica Grecia come apoptygma, che veniva ripiegata a coprire il busto per circa un terzo della lunghezza del lato superiore dell’abito.
Unicità
Il Delphos era un abito monocromo, di forma semplice ed essenziale, una sorta di cilindro costituito inizialmente da quattro teli in satin o taffetà di seta, che dal 1919-1920 diventeranno cinque, cuciti tra di loro in lunghezza, in sequenza verticale e proseguenti a formare corte maniche.
Modella con abito Delphos (1920) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
La veste, sagomata da fettucce interne disposte in senso obliquo dall’ascella alla spalla per definire il giro manica, poggiava sulle spalle cadendo liberamente fino ai piedi. Lo scollo e le maniche erano regolabili da coulisse in cordoncini di seta arricchiti da perline in pasta vitrea di Murano.
Abiti Deplhos di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Abito Delphos con sopravveste in seta stampata (1909) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
La plissettatura
La caratteristica principale dell’abito era la finissima plissettatura. Eseguita inizialmente attraverso un processo manuale, veniva realizzata con l’unghia del pollice, poi fermata con un’imbastitura e quindi pressata. Le dense onde verticali di ogni telo che componeva la veste potevano raggiungere circa quattrocentocinquanta pieghe.
Abito Delphos, dettaglio (1909) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Modella con abito Delphos e scialle Knossos (1925) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
La plissettatura, realizzata in senso longitudinale, poteva essere arricchita da un movimento ondulatorio trasversale, ottenuto con l’ausilio di tubi di rame o ceramica surriscaldata.
Sopravveste in seta stampata su abito Delphos (1909) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Le tonalità con cui veniva realizzato variavano dalle cromie più tenui e neutre, come il color albicocca, malva, grigio perla o rosa, ai colori brillanti del rosso corallo, blu oltremare o verde veronese, tonalità rese cangianti dalla matericità serica e dalla mobilità del plissè.
Abito Delphos, dettaglio (1909) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
"Linguaggio"
Alcune femme fatale ne decretarono la raffinata e splendente lunga stagione, rendendone il riconoscimento immediato. Il Delphos fu indossato da famose dame dell’aristocrazia e della nobiltà internazionale, così come da divine danzatrici e attrici, che ne sancirono il successo mondiale.
La Marchesa Luisa Casati a Ca’ Venier dei Leoni (1913) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
La prima ad acquistare un Delphos fu la Marchesa Luisa Casati, nel settembre del 1909.
Modella con abito Delphose sopravveste in seta stampata (1920) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Abito Delphos con sopravveste (1910) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Modella con abito Delphose sopravveste in seta stampata (1920) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Solitamente il Delphos era accompagnato da una cintura in raso o taffetà di seta stampato; lo si poteva abbinare con altre creazioni Fortuny come lo scialle Knossos oppure delle sopravvesti in garza di seta, con o senza maniche, o ancora giacche, tuniche, mantelline in seta o velluto stampato.
Sopravveste in seta stampata di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Modella con abito Delphos e sopravveste in seta stampata (1920) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Sopravveste in seta stampata di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Modella con abito Delphos e giacca in seta stampata (1920) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Cappa in velluto di seta stampato (1925/1930) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Cappa in velluto di seta stampato (1925/1930) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Cappa in velluto di seta stampato, dettaglio (1925/1930) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Veduta dell'interno di Palazzo Fortuny (1920/1935) di Mariano FortunyPalazzo Fortuny
Museo Fortuny Venezia Palazzo Orfei