Le Ceramiche della provincia di Reggio Calabria

“Sapienti mani trasformano l’umile argilla in splendidi capolavori”

"La Storia"

La produzione di ceramiche artistiche nella provincia di Reggio Calabria e, più in generale, nell'intera Regione, costituisce una delle tradizioni locali più antiche e fiorenti; grazie alla tenacia di abili maestri ceramisti, da un lato, e all'intraprendenza di giovani capaci, dall'altro, è giunto, sino ai nostri giorni, uno di quegli antichi mestieri le cui origini, tecniche e tradizioni, tramandate di padre in figlio, risalgono ad un lontano passato.

Più in generale, i primi manufatti in terracotta derivano dal periodo neolitico e sono stati rinvenuti in Giappone; altri antichi centri di lavorazione dell'argilla sono stati la Siria, la Mesopotamia, la Cina e l’antica Grecia. Com’è facilmente intuibile, quest’ultima zona geografica ha prodotto una notevole influenza su tutto il bacino del Mediterraneo, compresa la Calabria.

In Calabria, i principali centri di produzione artigianale della ceramica ricadono nella provincia di Reggio Calabria ed, in particolare, nei comuni di Seminara, Gerace, Bagnara Calabra e nei territori limitrofi, nonché nel comune capoluogo. La produzione tradizionale si ritrova anche nei comuni di Squillace (Cosenza) e Gerocarne (Vibo Valentia).

E' importante evidenziare che la maggior parte dei ceramisti calabresi, grazie all'apprezzamento e alla preservazione delle antiche tecniche di lavorazione della ceramica, è riuscita a perpetrare un'arte particolare e tipica, caratterizzata da numerosi manufatti di gusto popolare, apprezzati e spesso investiti da una serie di simbolismi e ritualità.

reperto, Fonte originale: Camera di commercio di Reggio Calabria
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Grazie all'utilizzo della moderna tecnologia, altri abili ceramisti, riconvertendo funzionalmente e stilisticamente oggetti tradizionali, sono riusciti a coniugare modernità e tradizione e ad avviare la produzione di una serie di prodotti sganciati dal repertorio popolare.

Come già detto, la produzione dei manufatti provenienti da questi centri è fortemente contraddistinta dall'influenza della tradizione e della cultura magnogreca, oltre che dalla lavorazione bizantina e da quella musulmana, durante il Medioevo.

Molti articoli di ceramisti calabresi si rifanno agli oggetti utilizzati dagli antichi vasai greci, come ad esempio a quelli scoperti nelle necropoli, con il loro misterioso significato votivo e rituale; tra di essi, in particolare, è il vasellame il manufatto maggiormente riproposto e reinventato dagli artisti nostrani.

Alla produzione dei vasi, si affianca, naturalmente, un'ampia gamma di altri oggetti diversificata in base alla forma, alla composizione ed all’uso.

"Le fasi di produzione"

La ceramica (dal greco kèramos cioè argilla) è un materiale composto inorganico, malleabile allo stato naturale, che subisce vari procedimenti prima di giungere ad avere la forma desiderata dal maestro ceramista.

La produzione della ceramica è vastissima; essa comprende, infatti, oggetti dalle forme più singolari e dagli usi più svariati. Tra i manufatti di tipo funzionale vanno menzionati i materiali edili (mattoni, tegole, fumaioli), i rivestimenti per muri e pavimenti, le stoviglie; tra quelli di valore puramente estetico ed ornamentale si può segnalare un vasto assortimento di oggetti decorativi come fioriere, vasi, lampade, piatti, statue, bomboniere, souvenir, zuppiere, ecc.

Anche il colore del materiale è differente in base agli ossidi cromofori contenuti nell'argilla con conseguente differenziazione del prodotto finale; se, infatti, nel composto argilloso c’è una maggiore presenza di ossidi di ferro il manufatto avrà un colore da giallo-arancio a rosso-bruno; se a predominare sono, invece, gli ossidi di titanio il prodotto virerà dal bianco al giallo. 

L’argilla, dopo essere stata ripulita dalle impurità, viene miscelata con acqua e tale impasto, reso omogeneo e plastico, è pronto per essere plasmato dall’artigiano, secondo le sue competenze ed i suoi gusti.

La modellazione dell’argilla può avvenire attraverso varie tecniche: o a mano libera, o utilizzando stampi di gesso o creta, o usando lastre, o il tornio. E’ in particolare quest’ultima tecnica di lavorazione, impiegata soprattutto nella produzione di vasellame, a consentire all'artigiano di dare corso alla propria vena artistica e creativa, permettendogli di realizzare oggetti unici e diversi gli uni dagli altri.

Dopo la modellazione si passa alla fase dell’essiccazione, molto delicata, poiché consente al manufatto di perdere l’umidità rimanente e di non causare eventuali mutamenti e spaccature all'oggetto. 

Successivamente, avviene la cottura che permette al prodotto, ormai divenuto solido, di conservare la forma con cui è stato modellato dal maestro ceramista.

tornio, Fonte originale: Camera di commercio di Reggio Calabria
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ceramiche ad asciugare, Fonte originale: Camera di commercio di Reggio Calabria
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Tornio Asciugatura

asciugatura, Fonte originale: Camera di commercio di Reggio Calabria
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La cottura della ceramica avviene in speciali forni che raggiungono temperature molto elevate e che può durare molte ore; a seconda delle diverse trasformazioni che intervengono sul manufatto in fase di cottura si possono ottenere diversi tipi di oggetti come ad esempio la terracotta, il gres, la porcellana e la terraglia.

L’ultima fase di lavorazione è quella della decorazione e della colorazione del prodotto; i colori usati sono soprattutto di tre tipi: l’ingobbio, le cristalline e gli smalti.

Va ulteriormente specificato che se il manufatto è stato smaltato deve subire una seconda cottura affinché vengano fissati i colori sull’oggetto finito.

"Gli strumenti di produzione"

Gli strumenti di produzione dell'artigiano sono il tornio e il forno.

Il tornio, denominato anche “Ruota del vasaio” è uno di quegli strumenti di una volta, risalente al 3000 a.C., il cui utilizzo richiede una grande competenza e abilità e che, nei giorni nostri, continua ad essere adoperato soprattutto per la produzione di vasellame, piatti, ciotole e brocche.

Tale macchinario è costituito da un piatto posto sopra di un piano girevole in legno, mosso da un pedale o da un piccolo motore, al cui centro viene collocato l’impasto di argilla da plasmare; grazie all'esperta combinazione delle mani del ceramista e del movimento rotatorio, prende forma l’opera d’arte.

I primi forni per la cottura della ceramica erano alimentati a legna e, dal Rinascimento in poi, sono stati costruiti in muratura. Attualmente gli oggetti in ceramica vengono cotti, oltre che negli antichi forni a legna ancora funzionanti, in forni a metano, a gas o elettrici, in grado di raggiungere temperature elevatissime.

fornace a legna, Fonte originale: Camera di commercio di Reggio Calabria
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Le tradizionali fornaci a legna per la cottura delle ceramiche artistiche che si rinvengono nei tre centri della provincia di Reggio Calabria, soprattutto a Seminara, presentano caratteristiche comuni ma anche tratti peculiari; il forno, ad esempio, può presentare una copertura cupoliforme, ed in tal caso il carico avviene lateralmente tramite una piccola apertura, oppure esistono forni detti “a pozzo aperto” in cui cioè i manufati vengono inseriti dall’alto.

Ogni fornace è costituita da due parti: la camera di cottura e quella di combustione. Nella prima sono collocati i manufatti, nella seconda, completamente interrata, si accende il fuoco che permetterà di cuocerli.

I manufatti pronti per la prima cottura sono posti all’interno del forno secondo rigide ed antiche regole e vengono cotti ad una temperatura che raggiunge i 1000 gradi, per almeno 12 ore, compresa la fase del raffreddamento o essiccazione; questo passaggio è molto delicato e serve ad evitare che l’oggetto subisca deformazione e lesioni.

Una volta raffreddati, i prodotti grezzi hanno una struttura solida e porosa e prima di venire decorati e smaltati dal ceramista sono immersi in ossido di ferro e altri minerali. Va ricordato che l’oggetto smaltato sarà nuovamente cotto ad una temperatura compresa tra i  920  e i  940 gradi.

tegami in produzione, Fonte originale: Camera di commercio di Reggio Calabria
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"Il Prodotto"

Ogni località della provincia produce manufatti tipici e tradizionali, che si differenziano per forma, la composizione, colore e uso.

Le terrecotte di Seminara si contraddistinguono per l’alta qualità e la tipica colorazione, tramandata da padre in figlio, che vede quali colori predominanti il verde, il giallo, il blu e il marrone; anche le forme sono particolari in quanto legate ad antiche tradizioni popolari e caratterizzate da specifici decori di figure di fiori e di animali.

Tra i manufatti propri di Seminara vanno menzionati innanzitutto i “Babbaluti”, bottiglie antropomorfe, risalenti alla dominazione borbonica in Calabria, quando perversava il malcontento popolare nei confronti del potere spagnolo; esse rappresentano, infatti, in maniera caricaturale, l'aspetto del soldato borbonico, del gendarme spagnolo o del potente di turno.

Altro prodotto peculiare della zona sono le “Maschere apotropaiche”, usate fin dall'antichità a scopo decorativo o scaramantico; si tratta di maschere, ricche di significati simbolici, il cui aspetto orrido e deforme si pensa serva a scacciare gli spiriti maligni e, quindi, a tenerli lontani dall'abitazione.

farfalla, Fonte originale: Camera di commercio di Reggio Calabria
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ceramiche, Fonte originale: Camera di commercio di Reggio Calabria
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gallo, Fonte originale: Camera di commercio di Reggio Calabria
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In virtù del fatto che si ritiene, a tutt’oggi, che queste maschere posseggano la specifica funzione “apotropaica”, cioè di allontanare il malocchio, esse sono poste bene in vista nelle case e cioè sui tetti, sull'architrave dei portoni d'ingresso dei palazzi o a ridosso di balconi e finestre.

Nell’ambito dei manufatti tipici di Seminara si devono, infine, citare le “Borracce a forma di pesce”, oggetti distintivi dei pellegrini della fiera di San Rocco a Rosarno e il cosiddetto “Gabbacumpari” (bevi se puoi), una brocca da vino con più fori.

La produzione di terrecotte di Gerace è antichissima e fortemente ispirata alle forme classiche della ceramica greca di Locri e influenzata anche dall’arte veneziana del ‘500, con la conseguente produzione di manufatti caratterizzati da colori tenui come il verde ed il giallo ed in cui dominano i motivi floreali.

E’ d’obbligo citare, tra le riproduzioni più caratteristiche, i “Pinakes”, veri capolavori in termini estetici e tecnici.  Si tratta di quadretti o tavolette votive, decorati a bassorilievo, raffiguranti scene mitologiche relative alla dea Persephone e a tutti quei rituali che gli antichi locresi le dedicavano. 

Molto particolari sono anche le riproduzioni delle pissidi, scatole e contenitori per unguenti, aventi diverse forme di cui la più diffusa è il calice sormontato da un coperchio.

Tra gli altri prodotti vanno ancora ricordate le “Bumbulelle”, piccole anfore, le “Quartare”, giare destinate alla conservazione di alimenti, e le brocche.

In quasi tutte le fabbriche di ceramica di Bagnara Calabra convivono due tipi di produzione: una molto artigianale, basata su tecniche di lavorazione antiche e tradizionali, ed un’altra più moderna ed innovativa che utilizza impianti evoluti. I manufatti sono realizzati con argilla locale di ottima qualità e nelle più svariate forme: piatti, zuppiere, anfore, statue, maschere artistiche, giare, boccali, souvenir e figure tipiche calabresi.

ruota, Fonte originale: Camera di commercio di Reggio Calabria
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Il Territorio

La tradizionale lavorazione della ceramica nella provincia di Reggio Calabria si concentra nei comuni di Seminara, Gerace, Bagnara Calabra e nei territori limitrofi, nonché a Reggio Calabria, comune capoluogo.

A Seminara, caratteristico paese di origine medievale della provincia di Reggio Calabria, la lavorazione artistica della terracotta e della ceramica, la cui produzione è celebre non solo in ambito nazionale ma anche estero, sono molto antiche e la lavorazione è così florida che nel 1746 si registrano ben 23 “pignatari” e nella seconda metà dell’800 esistono addirittura 28 fornaci.

Gerace è un delizioso paese della provincia di Reggio Calabria inserito tra i borghi più belli d'Italia, situato all'interno del Parco Nazionale dell'Aspromonte. Il centro di questo paese medievale, contrassegnato dall'elevata presenza di chiese, edifici di culto basiliano e latino, palazzi nobiliari e costruzioni di varie epoche e stili architettonici, rivela la presenza delle numerose dominazioni subite dal paese nel corso dei secoli. Nelle grotte scavate nel tufo esistevano le botteghe e le officine dei maestri vasai detti “argagnari”.

Bagnara Calabra si trova nella zona costiera denominata Costa Viola ed è situata all'interno di un'insenatura tra colline a strapiombo sul mare, coltivate a vigneti; tale centro, contraddistinto da suggestive insenature e spiagge, è conosciuto, oltre che per la produzione della ceramica artistica, anche per quella del torrone artigianale, del pane di grano di Pellegrina e per la pesca del pesce spada.

Riconoscimenti: storia

Curatore—Camera di commercio di Reggio Calabria

Ringraziamenti: tutti i partner multimediali
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