“Da qualunque parte si venga, la città non rivela in alcun modo al visitatore l’originalità della sua fisionomia, che attende di essere colta soltanto dallo sguardo meditativo del viaggiatore meno frettoloso, preparato ad intendere le ragioni di natura e di storia per cui vengono a comporsi, come nei volti umani, le fisionomie della città.”
Giuseppe Isnardi così descriveva Matera, la città considerata da molti capitale mondiale dell’arte ipogea: un modello unico di architettura negativa, frutto di un lavoro di sottrazione della materia, costituito da una complessa rete di grotte e cisterne che hanno reso famosa la città sia per il sistema di raccolta delle acque, annoverandola tra i siti Patrimonio dell’UNESCO, sia per la peculiarità delle sue abitazioni, caratterizzate da un unico ingresso che affaccia sul vicinato, cuore della vita nei Sassi.
Il progetto “Matera Alberga_Arte accogliente” nasce con l’intenzione di riavvicinare i materani alle loro radici: dopo lo sfollamento del ‘52, infatti, la città ha vissuto una crasi identitaria, causata dall’abbandono forzato degli antichi rioni. La “vergogna d’Italia”, allo stesso tempo amata ed odiata, doveva essere dimenticata, ma oggi la situazione è nettamente cambiata: i Sassi di Matera godono di una fama internazionale e ospitano turisti da ogni parte del mondo.
Proprio nelle strutture ricettive del centro storico si è pensato, allora, di installare opere ed installazioni relazionali, partecipative e pubbliche che raccontassero in qualche modo la storia del territorio e che fossero sempre fruibili da materani e viaggiatori per offrire una lettura sul passato e sull’evoluzione della città.
Il progetto "Padiglioni invisibili" prende il nome dall'operazione di riqualificazione di sette cisterne ipogee risalenti al XV secolo: grazie ad uno scavo, queste sono state collegate agli ambienti sotterranei di Palazzo Viceconte, creando un luogo nuovo, scelto come spazio espositivo per le mostre del programma.
Padiglioni invisibili (2019-11-16) di Claudio AmendolagineMatera Capitale Europea della Cultura 2019
Il progetto, attraverso un lavoro di ricerca pluridisciplinare, supervisionato dal filosofo Philippe Nys, si è interrogato sui temi dell'irrisolto e dell'indefinito, evidenziando come, attraverso l'architettura e l'arte, sia possibile ripensare gli spazi della città in modo da aumentarne il valore sociale.
Padiglioni invisibili (2019-11-16) di Claudio AmendolagineMatera Capitale Europea della Cultura 2019
D'altronde, è stato sufficiente immergersi nelle opere e nelle installazioni esposte per comprendere come la città del futuro necessiti di una coralità di voci perché vi sia uno sviluppo urbano virtuoso.
Ogni artista che ha contribuito al programma di Matera 2019 ha accolto prima di tutto l’invito ad immergersi nella storia, nel paesaggio e nella cultura di questo luogo, seguire il suo ritmo fino a diventare una cosa sola con l’acqua e la roccia. Ciascuno poi ne è riemerso con una propria narrazione pronta a divenire testo, immagine o musica.
"In Vitrø ~ artificial sønificatiøn” è tutto questo: il progetto nasce con l’obiettivo di riflettere sul tema del silenzio e sul suo rapporto con il suono. Grazie a collaborazioni internazionali sono state create installazioni sonore ed esibizioni live che hanno animato diversi luoghi della città e della regione, privilegiando gli ambienti ipogei e la loro ricchezza architettonica: l’esempio migliore è quello del Palombaro lungo, la cisterna più grande della città, che, in una veste inedita, ha ospitato “Echi d’acqua”, i lavori del Centro di Ricerche Musicali di Roma.
All’interno di un ipogeo tutto risulta amplificato, non solo i suoni, ma anche le immagini e le suggestioni sono più vivide. Proprio per questo “MaTerre VR Experience” ha trovato la sua collocazione ideale nella chiesa rupestre di Santa Maria de Armenis. La mostra ha presentato il primo esempio a livello internazionale di cinepoesia: cinque coppie di artisti dell’area euro mediterranea, ciascuna formata da un filmaker e da un poeta, si sono incontrate a Matera con lo scopo di raccontare la luce ed il paesaggio di questa terra. Ne è nato un film collettivo in cinque episodi, presentato attraverso un percorso espositivo immersivo dove, grazie alla realtà virtuale a 360°, lo spettatore ha potuto letteralmente “entrare” nell’opera.
MaTerre VR Experience (2019-11-24) di Duet StudioMatera Capitale Europea della Cultura 2019
La Biennale di Venezia - Virtual reality per Matera 2019 (2019-12-01) di Digital LighthouseMatera Capitale Europea della Cultura 2019
Durante l’Open Culture Festival si è tenuta la prima rassegna decentrata della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Dieci opere provenienti dalla competizione “Venice Virtual Reality” e dal progetto “Biennale College Cinema – Virtual Reality” sono state presentate all’interno degli Ipogei Motta.
Il verbo “scavare” tradizionalmente rimanda all’idea di ricerca, di radici, di vuoto. a Matera, invece, questo è un termine che evoca più il bisogno di nuovi spazi per far posto a nuove attività, idee, persone. E proprio alla città di domani è stato dedicato il ciclo di incontri “Future digs”, gli scavi del futuro, appunto: per poter immaginare come saremo sono state chiamate alcune tra le menti più analitiche nel panorama italiano ed internazionale. Lezioni di democrazia, di storia, di cinema, lezioni materane e di filosofia hanno acceso la curiosità e la partecipazione dei cittadini.
Future Digs-Lezioni di Cinema (2019)Matera Capitale Europea della Cultura 2019