Fondazione Magnani-Rocca

Fondazione Magnani-Rocca

Mamiano, Italia

La Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca nei pressi di Traversetolo, quando era la dimora di Luigi Magnani (1906-1984) ebbe come ospiti alcuni fra i personaggi più illustri della cultura e dell’aristocrazia internazionale. Si trova in campagna come le celebri case-museo inglesi, all’interno di un vasto parco romantico ottocentesco; nei saloni della Villa si avverte ancora la presenza di Magnani, uomo di cultura interessato alla corrispondenza tra le diverse espressioni artistiche.
Le raccolte d’arte esposte nella Villa, che nel Seicento era un casino di caccia delle riserve ducali farnesiane, comprendono opere che vanno dal dodicesimo alla metà del ventesimo secolo.
Nell'atrio si impone all'attenzione dei visitatori una sontuosa vasca in malachite sostenuta da sfingi in bronzo dorato del Thomire, che insieme a mobili di Jacob e ad altri raffinati esemplari di epoca neoclassica e impero danno un tono di grande eleganza agli ambienti.
Un dipinto da solo varrebbe il viaggio a Mamiano: è il grande quadro di Francisco Goya La famiglia dell'infante don Luis del 1783-1784, uno dei ritratti di corte più affascinanti di tutta la storia della pittura. Eccezionale è anche la Madonna col Bambino di Albrecht Dürer, databile al 1495, epoca del primo viaggio italiano dell’artista; altre opere imperdibili sono la Madonna col Bambino di Filippo Lippi, il Cristo morto del Carpaccio, il Ghirlandaio, il Beccafumi, i Tiepolo, il Füssli, ma unici sono Stimmate di San Francesco di Gentile da Fabriano, un'opera rarissima, e l’indimenticabile Sacra conversazione di Tiziano del 1513 col netto predominio della costruzione cromatica, tipicamente veneta, rispetto ai valori disegnativi.
L’eccellenza dei capolavori pittorici si traduce in scultura con Tersicore di Canova, con due figure femminili di Bartolini e coi più recenti Leoncillo e Manzù.
Il nucleo di opere contemporanee è dominato da un gruppo di cinquanta opere di Giorgio Morandi, riunite durante la vita del pittore all’interno di un rapporto di stima e di amicizia col collezionista, che illustrano, al massimo livello qualitativo, tutta l’attività del grande artista bolognese. Altro pittore emiliano presente nella collezione è Filippo de Pisis, con un gruppo di dipinti della maturità, intensi e drammatici. Tra le altre opere di artisti italiani una Danseuse di Gino Severini, un paesaggio metafisico di Giorgio de Chirico e alcuni lavori di Renato Guttuso. Importantissimo anche il Sacco di Alberto Burri del 1954, che Magnani considerava il proprio baluardo avanguardistico. Fra gli artisti stranieri, Cézanne è rappresentato da un olio con Bagnanti e da cinque acquarelli contraddistinti da un'incredibile trasparenza dei colori; splendide poi sono le opere di Renoir, De Staël, Wols, Hartung e Fautrier, oltre a un incantevole Monet raffigurante un paesaggio di Pourville, emblematico della sperimentazione degli impressionisti sulle infinite variazioni dei colori sottoposti ai mutamenti della luce.
La Fondazione, inoltre, è spesso sede di mostre temporanee di altissimo livello.

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