Geografo (1669) di Johanes VermeerStädel Museum
Immerso nel suo lavoro, il geografo si ferma per un momento.
Sembra essere totalmente assorto nei suoi pensieri.
La finestra lo separa dal mondo esterno del dipinto...
...mentre lo sgabello e il tappeto definiscono una distanza prospettica tra la sua figura e lo spettatore.
Concepito come parte di un'unica coppia con l'Astronomo, il Geografo fu dipinto da Vermeer nel 1669 a Delft. La figura del geografo non è solo una caratteristica dell'opera, ma è l'elemento che determina le relazioni spaziali nella composizione. L'uomo è presentato come uno studioso, totalmente immerso nelle sue ricerche. Ha a portata di mano gli strumenti di cui ha bisogno per misurare il mondo: delle mappe, un compasso e un mappamondo che mostra appena, poco visibile, l'Oceano Indiano. A quel tempo, le aree geografiche di maggior importanza commerciale per la giovane nazione dei Paesi Bassi Uniti erano Asia, Indonesia, India e Giappone.
Questo dipinto è influenzato dallo spirito del suo tempo, un tempo in cui gli esploratori erano desiderosi di riempire le zone bianche del globo e investigare il mondo naturale attraverso i metodi razionali della scienza moderna. In quest'opera, Vermeer ci presenta un'immagine allegorica del progresso scientifico di sapiente e meticolosa composizione.
Il Geografo
Vermeer voleva individuare la giusta postura del geografo. Le immagini agli infrarossi mostrano che il pittore aveva provato diverse versioni, una con la testa in una posizione superiore e un cappello più alto, un'altra con la testa leggermente inclinata verso il basso, rivolta più a sinistra, forse con lo sguardo sulla mappa. Alla fine decise di raffigurarlo con lo sguardo perso in lontananza oltre la finestra, scegliendo il momento dell'ispirazione per impostare l'atmosfera del dipinto.
Il compasso
In linea con questa scelta, Vermeer ha modificato anche la posizione del compasso: lo studioso non lo tiene più in posizione verticale, più "attiva". La posizione quasi orizzontale e la presa rilassata comunicano in maniera più convincente che assistiamo a un vero momento di pausa dal lavoro, con quel compasso utilizzato fino a un attimo prima per misurare, calcolare e riportare la distanza tra due punti geografici.
Squadra in ottone e foglio di carta
Sullo sgabello vediamo un altro strumento, una squadra in ottone. Originariamente, accanto alla squadra era poggiato un foglio di carta, che in seguito è stato coperto da un ulteriore strato di pittura. Se ne possono ancora distinguere i contorni. Una macchia bianca in primo piano, in un'area per lo più in ombra, avrebbe probabilmente distratto l'attenzione dello spettatore e interrotto l'armonia generale della composizione. Inoltre, sarebbe stato semplicemente troppo vicino al colore chiaro delle mappe arrotolate che giacciono in modo casuale sul pavimento.
La mappa sulla parete
La rappresentazione della mappa in secondo piano è così accurata e precisa che, sebbene sia visibile solo in parte, è comunque possibile identificarla. Si tratta di una delle Paskaarten, ossia le mappe stampate da Willem Janszoon Blaeu ad Amsterdam all'inizio del XVII secolo. Queste mappe mostrano le coste dell'Europa e dell'Africa settentrionale e sono state effettivamente utilizzate per la navigazione in mare. Bisogna tener presente, però, che il nord non è mostrato in alto, ma a destra. Ad esempio, è possibile distinguere la penisola italiana nella parte inferiore, ma ruotata di 90 gradi.
Il mappamondo
Il mappamondo sull'armadio è ruotato in modo da mostrare l'Oceano Indiano, attraverso il quale navigavano molte navi della Compagnia olandese delle Indie Orientali. In realtà abbiamo di fronte la rappresentazione di un vero globo terrestre di quell'epoca, realizzato intorno al 1600 ad Amsterdam dall'incisore e cartografo fiammingo Jodocus Hondius il Vecchio. Questi aveva venduto il suo globo terreste insieme al suo corrispettivo celeste, raffigurato da Vermeer nell'Astronomo. La coppia di globi forma un'unità cosmologica, enfatizzando anche l'unità dei due dipinti.
La sedia e le piastrelle
Come conseguenza delle attività commerciali della Compagnia olandese delle Indie Orientali, dalla Cina venivano importate preziose porcellane, che solo i ricchi potevano permettersi. Colpiti dalla maestria della lavorazione cinese, i vasai della città natale di Vermeer, Delft, iniziarono a produrre un'alternativa relativamente economica, tra cui delle piastrelle con decorazioni figurative come quelle che vediamo sul battiscopa dello studio del geografo.
La sedia con il motivo decorativo del fiore sulla tappezzeria era probabilmente fabbricata anch'essa a Delft.
Arazzo
L'arazzo poggiato sul piano del tavolo crea distanza e spinge indietro la figura, mascherando allo stesso tempo quello che sarebbe stato uno spazio piuttosto grande e poco interessante nel dipinto.
Vermeer ha dipinto dei piccoli punti gialli e blu sulle sommità delle pieghe.
Visti da lontano, quei puntini contribuiscono a creare l'illusione dei raggi di sole che provengono da sinistra, illuminando la superficie del tessuto.
Firma sull'armadio
Curiosamente, Vermeer ha firmato questo lavoro due volte. L'esame tecnico ha dimostrato che entrambe le firme sono autentiche. La prima firma si trova sull'anta dell'armadio e riporta "IVMeer.", le sue iniziali in monogramma.
Firma sulla parete
La seconda firma appare sul muro nell'angolo in alto a destra della tela e riporta anche la data: "I.Ver Meer / MDCLXVIII". Il quadro fu dipinto nel 1699, un anno dopo l'Astronomo e sei anni prima della morte di Vermeer.
Questa mostra fa parte del progetto Google Vermeer.
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