Le Grazie (1813) di Antonio CanovaGypsotheca e Museo Antonio Canova
dovuto soprattutto al sentimento di stupore che si prova alla vista di tre figure femminili rese a grandezza naturale e ricavate da un unico blocco di marmo.
Le Grazie e Venere danzano davanti a Marte (1797) di Antonio CanovaGypsotheca e Museo Antonio Canova
Possiamo trovare il soggetto delle Grazie anche in diversi dipinti di Antonio Canova.
Danza delle Grazie con amorino (1799/1799) di Antonio CanovaGypsotheca e Museo Antonio Canova
Le Grazie (1799) di Antonio CanovaGypsotheca e Museo Antonio Canova
L’opera rappresenta le tre fanciulle figlie di Zeus e della dea Oceanina Eurìnome: Aglaia, incarnazione dello splendore, Eufrosine della gioia e della letizia, e Talia che rappresenta la prosperità.
Le Grazie (1813) di Antonio CanovaGypsotheca e Museo Antonio Canova
La scultura esprime al massimo il significato e l’essenza più profondi del pensiero elaborato in seno alla cultura neoclassica, rappresentando in maniera esemplare l’idea del bello calato in una forma perfetta e in sé compiuta.
Le Grazie (1813) di Antonio CanovaGypsotheca e Museo Antonio Canova
Ugo Foscolo nel 1812 compose un poemetto, incompiuto, dedicato allo scultore Antonio Canova, che in quel momento lavorava al gruppo marmoreo delle Grazie:Alle Grazie Immortali
le tre di Citerea figlie gemelle
è sacro il Tempio, e son d'Amor sorelle;
Nate il dì che a' mortali,
beltà ingegno virtù concesse Giove,
onde perpetue sempre e sempre nuove
le tre doti celesti
e più lodate e più modeste ognora,
le Dee serbino al mondo.
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