La materia poteva non esistere (Pietro Consagra 1986) È una maestosa scultura composta da due elementi, inclinati e paralleli, colorati di bianco e nero, in una delicata armonia di vuoto e pieno. La scultura, alta 18 m. è stato realizzato in cemento armato, in contrasto cromatico. Più degli altri, questa scultura testimonia il rapporto uomo-ambiente attraverso la razionalità della sua concezione e la leggerezza con cui il cemento diventa bidimensionale e praticabile. La scultura invita il visitatore a passarci attraverso, come attraversare una porta che porta in un'altra epoca, in un passato arcaico. Quindi, ci rendiamo conto dell'immensità del cielo, sotto la quale la storia scorre da un tempo remoto. Un rifugio o una barriera posta tra la realtà immaginaria. La materia poteva non esserci di Pietro ConsagraFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Antonio Presti, giovane imprenditore e cultore d’arte contemporanea, voleva ricordare e omaggiare il padre con un monumento, una grande croce da situare sul greto di un torrente vicino alla sede della ditta di costruzione. Di quell’idea ne parlò nei suoi sempre più frequenti viaggi a roma, mentre passeggiava per la città e visitava gallerie con tanti personaggi del mondo dell’arte contemporanea. Antonio Presti conobbe così Roberta Du Chene, in quel periodo legata da affettuosissima amicizia allo scultore Pietro Consagra. Parlò con entrambi della croce, ma alla fine giunse una scintilla come una saetta, sottile e luminosa che si insinuò con voluttà nelle sue vene, una scintilla divenuta in poco tempo un’esplosione di passione, di entusiasmo. L’autore di questa scintilla fu proprio Consagra, che suscitò in Antonio il pensiero di sostituire l’idea della croce con qualcosa di più evocativo in quel torrente chiamato fiumara di Tusa.
La materia poteva non esistere (Pietro Consagra 1986) È una maestosa scultura composta da due elementi, inclinati e paralleli, colorati di bianco e nero, in una delicata armonia di vuoto e pieno. La scultura, alta 18 m. è stato realizzato in cemento armato, in contrasto cromatico. Più degli altri, questa scultura testimonia il rapporto uomo-ambiente attraverso la razionalità della sua concezione e la leggerezza con cui il cemento diventa bidimensionale e praticabile. La scultura invita il visitatore a passarci attraverso, come attraversare una porta che porta in un'altra epoca, in un passato arcaico. Quindi, ci rendiamo conto dell'immensità del cielo, sotto la quale la storia scorre da un tempo remoto. Un rifugio o una barriera posta tra la realtà immaginaria. La materia poteva non esserci di Pietro ConsagraFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
E dopo due anni eccola lì la gigantesca scultura, l’opera di Consagra, La materia poteva non esserci la prima opera della Fiumara d’Arte. L’esperienza che gli aveva dato la realizzazione della scultura di Pietro Consagra, considerata dalla critica internazionale la più bella opera all’aperto dell’artista, aveva regalato ad Antonio Presti la prima grande emozione di quella che sarebbe stata, negli anni seguenti, una strada luminosa e senza fine chiamata Fiumara d’Arte.
Monumento per un poeta morto (Window on the sea) - (Tano Festa 1989) Per l'impatto visivo, la scultura è conosciuta come la "Finestra sul mare". Realizzata da Tano Festa e dedicata al fratello poeta, la scultura è un inno al colore e all'infanzia, temi ricorrenti nelle opere dell'artista. La cornice, alta 18 metri, realizzata in cemento armato e armature ferrose, è il trionfo del colore blu, che non è quello che vediamo di solito sulla tavolozza del pittore, ma il blu dell'anima, quando un poeta e uno scultore come Tano Festa, che era adulto e bambino allo stesso tempo, decide di mostrarsi all'infinito. Questa enorme finestra che incornicia il mare, esprime il senso limitato della possibilità di essere fermato con il pensiero all'orizzonte. Ma è anche una tensione alla serenità cercata dall'artista, spezzata dal monolito nero, senso finito della nostra esistenza, che attraversa la gioiosa finestra adornata con le tipiche nuvolette ricorrenti nelle opere dell'artista, interferendo con l'armonia della scultura . Monumento per un poeta morto (Finestra sul Mare) di Tano FestaFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Nel frattempo Antonio Presti aveva intrecciato rapporti con artisti. E con loro armeggiava, tramava, macchinava, progettava. E a loro chiedeva bozzetti coinvolgendoli nella sua furia artistica, nel suo sogno di allora: costruire gigantesche sculture sparse per la sua fiumara, un cammino arduo perché i terreni su cui andavano sorgendo le opere erano proprietà del demanio e iniziarono così a fioccare le ordinanze di sospensione dei lavori e quelle per abbattere opere già costruite, le denunce per abusivismo.
Una curva gettata alle spalle del tempoFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
7 le condanne a multe e prigioni. Tutte questioni che pareva non facessero altro che stimolare nuove idee nella mente di Antonio Presti, come per esempio il concorso di scultura alla cui prima edizione risposero a centinaia. La giuria era composta da direttori di grandi musei italiani ed europei: Manfred Fath del Mannheim, Héléne Vassalle della direzione dei musei francesi, Giovanni Joppolo, direttore a Parigi della rivista d’arte Opus intenational, Lucia Matino del PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea – di Milano, il critico messinese Lucio Barbera, l’architetto Patrizia Merlino e anche due notissimi architetti catalani, Oriol Bohigas e Elisabeth Galí, grandi fautori dell’arte a Barcellona, la fantastica città di Gaudí e dell’arte contemporanea. Tutti i bozzetti furono in seguito portati a roma dove, alla Galleria Giulia, fu allestita una mostra che destò grande curiosità e suscitò vivissimo interesse fra il numerosissimo pubblico e i critici.
Energia mediterranea (Antonio Di Palma 1989) Un'onda blu che lega idealmente la montagna al mare, uno scatto di energia nella natura selvaggia. La scultura, realizzata in piccole linee essenziali e inserita nella natura che la contempla, è un mantello blu che sale e poi scende dolcemente. Nella sua essenzialità l'opera sembra un movimento vibrante per un salto di luce cosmica. Il senso monumentale della scultura non è la verticalità, ma il suo rapporto di contatto orizzontale e morbido con la natura. Un'enorme onda blu in cemento, gonfia dal vento; un solido segno d'acqua sulla montagna, come il mare che percepiamo all'orizzonte, molto distante, e la sua materializzazione fisica sulla collina ferma ogni domanda durante lo stupore. Energia Mediterranea di Antonio Di PalmaFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Vennero prescelti quelli di Antonio Di Palma (Firenze) e quello di Italo Lanfredini (Mantova). Iniziarono immediatamente i lavori di costruzione di Energia mediterranea di Antonio Di Palma Labirinto di Arianna di Lanfredini, la prima in un pianoro presso Motta d'Affermo, la seconda su una panoramica altura nella zona di Castel di Lucio.
Una curva gettata alle spalle del tempoFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Intanto Antonio Presti aveva già contattato un altro scultore, Paolo Schiavocampo, al quale commissiona una scultura da porre al bivio tra la strada che porta a Castel di Lucio e una vecchia strada di campagna. Antonio Presti era sempre alla scoperta dei luoghi destinati a ospitare i grandi colossi dell’arte. Alcuni erano posti impervi, come per esempio quello scelto per l’opera di Hidetoshi Nagasawa. A Tusa i due si guardarono, si parlarono, si studiarono, si trovarono e certo è che sentirono all’unisono.
La stanza della barca d'oro (Hidetoshi Nagasawa 1989) Nel letto del fiume Romei, scavato in una collina che lo delimita, si trova "La stanza di barca d'oro", una creazione d'arte di straordinaria suggestione e bellezza, realizzata da un artista giapponese, Hidetoshi Nagasawa: una sala ipogea che parte da un corridoio sotterraneo di 35 metri, coperto da lastre metalliche, in cui si presenta la forma di una barca rovesciata coperta di fogli d'oro, uniti a terra da un albero principale in marmo rosa. Dal silenzio materiale, persino sebbene animato da migliaia di sottili voci della natura circostante, inizia il grande silenzio spirituale della stanza, dove la barca è sospesa al centro. L'opera d'arte concettuale è nata per essere chiusa per 100 anni, sigillandola con una porta affinché ciò potesse iniziare a vivere "solo attraverso l'energia mentale della memoria". Stanza di barca d'oro di Hidetoshi NagasawaFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Il risultato fu l’opera Stanza di barca d’oro. A raccontarla potrebbe sembrare una follia, ma basta soffermarsi un attimo a pensarci su e il cuore si ferma per la commozione. Il posto è particolarmente romantico. C’è il torrente Romei e un piccolo antico ponticello in un folto e grande bosco. In un dirupo, che finisce nel torrente, venne scavata una grande grotta, foderata di acciaio corten, e in questa stanza buia si installò l’opera: la struttura di una grande barca in tubi di ferro ricoperti di foglie d’oro, capovolta e fissata all’albero maestro in marmo rosso cupo che va dal pavimento al soffitto. Per completare l’opera era poi prevista la saldatura della porta in ferro e l’occultamento di questa con terra, boscaglia e fiori. Dunque, un’opera donata alla terra, nascosta agli occhi dell’uomo.
La stanza della barca d'oro (Hidetoshi Nagasawa 1989) Nel letto del fiume Romei, scavato in una collina che lo delimita, si trova "La stanza di barca d'oro", una creazione d'arte di straordinaria suggestione e bellezza, realizzata da un artista giapponese, Hidetoshi Nagasawa: una sala ipogea che parte da un corridoio sotterraneo di 35 metri, coperto da lastre metalliche, in cui si presenta la forma di una barca rovesciata coperta di fogli d'oro, uniti a terra da un albero principale in marmo rosa. Dal silenzio materiale, persino sebbene animato da migliaia di sottili voci della natura circostante, inizia il grande silenzio spirituale della stanza, dove la barca è sospesa al centro. L'opera d'arte concettuale è nata per essere chiusa per 100 anni, sigillandola con una porta affinché ciò potesse iniziare a vivere "solo attraverso l'energia mentale della memoria". Stanza di barca d'oro di Hidetoshi NagasawaFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Il giorno in cui l’operazione doveva essere completata ci fu una coda di migliaia e migliaia di persone che a gruppi, ordinatamente, entrarono per ammirare, con l’aiuto di candele, la sagoma della barca. Perché capovolta? Nagasawa spiegò: «dentro la stanza ogni categoria e ordine abituale devono essere privi di senso, niente destra o sinistra, niente alto o basso. Ho concepito la stanza come un luogo del galleggiamento, come un viaggio in un universo indipendente». Corale fu l’emozione, stroncata, però, dall’arrivo dell’ultimo e inaspettato visitatore che giunse al tramonto: un ufficiale giudiziario, con tanto di notifica di sequestro. Affisse il suo foglietto e impedì la chiusura della stanza, cioè il completamento dell’opera.
Labirinto di Arianna (Italo Lanfredini 1989) La scultura, a forma di simbolo di un archetipo, il labirinto, è un percorso fisico, anche interiore, dove una volta entrati è impossibile non attraversare tutto. L'opera d'arte è collegata al passato, alla cultura classica, alla nascita, alla prima educazione della vita. Attraverso un passaggio naturale, si entra nel labirinto e si esce dal labirinto, come l'uomo, nel tempo, è entrato ed è uscito dalla scena terrestre. Chi entra nel labirinto, si pone delle domande che riguardano la propria esistenza, in un luogo e in una dimensione senza tempo in cui è impossibile non pensare. Il labirinto stimola la mente, è la spiritualità che deriva da una sorta di "maternità", espressa in un groviglio concentrico di cerchi che culmina in un'aspirazione al sublime. Un viaggio che sembra dentro la terra ma è sotto il cielo, dove il centro è la vita, l'antica fonte rappresentata da un ulivo, metafora della Madre Natura e il mistero dell'esistenza. Labirinto di Arianna di Italo LanfrediniFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Tutte queste denunce partivano dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina! in una Sicilia devastata dagli abusivismi, le opere della fiumara venivano considerate manufatti abusivi da abbattere. Questo succedeva il 24 giugno 1989.
Una curva gettata alle spalle del tempoFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Se facciamo i conti, dalla nascita della Fiumara d’Arte il 12 ottobre 1986 a quel giugno 1989, erano passati solo tre anni e oltre all’opera di Nagasawa, in quegli stessi giorni, vennero consegnate all’eternità altre sculture: L'opera di Schiavocampo dal titolo suggestivo, Una curva gettata alle spalle del tempo (oggi restaurata e trasformata secondo un progetto di restauro del contemporaneo se l'artista è vivente).
Monumento per un poeta morto (Window on the sea) - (Tano Festa 1989) Per l'impatto visivo, la scultura è conosciuta come la "Finestra sul mare". Realizzata da Tano Festa e dedicata al fratello poeta, la scultura è un inno al colore e all'infanzia, temi ricorrenti nelle opere dell'artista. La cornice, alta 18 metri, realizzata in cemento armato e armature ferrose, è il trionfo del colore blu, che non è quello che vediamo di solito sulla tavolozza del pittore, ma il blu dell'anima, quando un poeta e uno scultore come Tano Festa, che era adulto e bambino allo stesso tempo, decide di mostrarsi all'infinito. Questa enorme finestra che incornicia il mare, esprime il senso limitato della possibilità di essere fermato con il pensiero all'orizzonte. Ma è anche una tensione alla serenità cercata dall'artista, spezzata dal monolito nero, senso finito della nostra esistenza, che attraversa la gioiosa finestra adornata con le tipiche nuvolette ricorrenti nelle opere dell'artista, interferendo con l'armonia della scultura . Monumento per un poeta morto (Finestra sul Mare) di Tano FestaFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Monumento per un poeta morto di Tano Festa, ribattezzata dalla gente Finestra sul Mare sulla spiaggia di Villa Margi; Energia Mediterranea di Antonio di Palma, un’immensa onda marina su una collina nei pressi di motta d’Affermo; Labirinto di Arianna di Italo Lanfredini, un labirinto lungo un chilometro adagiato su un solitario promontorio che si affaccia su Castel di Lucio.
ArethusaFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Poco più tardi fu la volta di Arethusa, di Graziano Marini e Piero Dorazio, decorazione in ceramica della Caserma dei Carabinieri di Castel di Lucio. I festeggiamenti per l’inaugurazione di queste sculture furono grandiosi, come d’altronde ogni evento a firma Antonio Presti.
La via della bellezza (AA.VV. 1991) Quaranta artisti ceramici provenienti da vari luoghi del mondo, si sono confrontati con un vecchio muro situato lungo la strada provinciale Castel di Lucio-Mistretta. Il ricordo di quel brutto muro di cemento è stato trattato con poesia e amore, inserendo sulla materia, come un elemento di trasformazione, la "terracotta". Al fine di convalidare questo accordo di "devozione alla bellezza", ogni artista ha installato nel muro un'opera d'arte in ceramica Il muro della bellezza di AA.VV.Fiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Girovagando come sempre per le strade provinciali, Antonio Presti si accorse di un lungo muro di contenimento, vuoto e tristissimo, che sembrava essere stato lì per anni in attesa che lui lo vedesse. E presto fatto, senza indugi, il nostro eroe suonò la fanfara, gli artisti accorsero e in men che non si dica il muro venne ricoperto da opere in ceramica di bellezza straordinaria. E nacque a Mistretta, nel 1990, Il muro della bellezza.
La stanza della barca d'oro (Hidetoshi Nagasawa 1989) Nel letto del fiume Romei, scavato in una collina che lo delimita, si trova "La stanza di barca d'oro", una creazione d'arte di straordinaria suggestione e bellezza, realizzata da un artista giapponese, Hidetoshi Nagasawa: una sala ipogea che parte da un corridoio sotterraneo di 35 metri, coperto da lastre metalliche, in cui si presenta la forma di una barca rovesciata coperta di fogli d'oro, uniti a terra da un albero principale in marmo rosa. Dal silenzio materiale, persino sebbene animato da migliaia di sottili voci della natura circostante, inizia il grande silenzio spirituale della stanza, dove la barca è sospesa al centro. L'opera d'arte concettuale è nata per essere chiusa per 100 anni, sigillandola con una porta affinché ciò potesse iniziare a vivere "solo attraverso l'energia mentale della memoria". Stanza di barca d'oro di Hidetoshi NagasawaFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
La festa di chiusura e di rinuncia de La stanza di barca d’oro è avvenuta dopo 11 lunghi anni e ben 3 processi, il 16 giugno 2000. Le sculture comunque non saranno demolite, perché Antonio Presti si appella e all'epoca delle sentenze di appello della Corte di Messina i reati cadono in prescrizione.
Pyramid - 38 ° Parallel (Mauro Staccioli 2010) Il sito scelto per la scultura di Mauro Staccioli è un'altura leggera nel territorio di Motta d'Affermo: un avamposto sul mare, di fronte agli scavi dell'antica città greca di Halaesa, le cui coordinate geografiche toccano esattamente il trentottesimo parallelo . L'opera dell'artista traduce l'astrazione di dimensione terrestre nella percezione metafisica creativa e sigilla il legame stretto dell'opera alla geografia del luogo, in perfetta armonia con la poesia artistica che caratterizza le creazioni dell'artista dagli anni sessanta. L'opera, un titanico tetraedro vuoto realizzato in acciaio corten parzialmente affondato nel terreno roccioso, presenta una lunga fessura lungo il bordo occidentale. Questo segno descrive esattamente la sua esistenza nella specificità del luogo e nello spazio cosmico. Come una luce introversa, testimone consapevole del passaggio ciclico e irreversibile del tempo, la piramide cattura la luce solare attraverso la fessura, registrando nella sua geometria all'interno i riflessi luminosi dallo zenit al tramonto. Dal concetto di immortalità ben noto correlato alla piramide del faraone, prende il posto il concetto di transitorietà, attraverso il quale l'artista celebra la vita nel suo incessante sogno di essere eterna. PIramide 38º parallelo di Mauro StaccioliFiumara d'arte/ Fondazione Antonio Presti - Energia Mediterranea di Antonio Di Palma
Il 21 Marzo 2010, dopo 19 anni di lotte, battaglie, affermazioni, solitudini e resistenze, Antonio Presti realizza una nuova scultura che conclude il circuito museale del parco Fiumara d’Arte: Piramide – 38 parallelo di Mauro Staccioli. Antonio Presti e la sua Fondazione, seguono adesso un percorso di futuro, non più di solitudine ma con una politica attiva che riesce a rispettare queste opere come una concreta risorsa di sviluppo turistico e culturale della Valle d’Haelesa, che oggi è famosa e riconosciuta nel mondo grazie al museo a cielo aperto Fiumara d’Arte .
Testo: Gianfranco Molino
Foto: Archivio Fotografico Fondazione Antonio Presti - Fiumara D'Arte
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