Benedetta Cappa Marinetti

Ardore futurista

Aeropittura di un incontro con l'isola (1939) di Marinetti Cappa BenedettaLa Galleria Nazionale

Folgorazione

Benedetta Cappa, nata nel 1897, di origini piemontesi, entra nello studio di Giacomo Balla nel 1919, dove sperimentò diverse forme d’arte: dalla pittura, alla letteratura, alla scenografia, in linea con la poliedricità del Futurismo.

La giovane artista conosce nel 1918 Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Movimento Futurista. Da una grande affinità intellettuale nasce un amore che si consolida nel 1923 con il matrimonio e la nascita di tre figlie: Vittoria, Ala, Luce.

Il Tattilismo

Nel 1921, durante una vacanza al mare, la coppia Marinetti inventa una nuova forma d’arte: il Tattilismo, concepito come un’evoluzione multi-sensoriale del Futurismo: si tratta di “oggetti” costruiti di materiali diversi e di diversa consistenza, tali da stimolare diverse sensazioni tattili destinate a trasformarsi “in trasmissioni del pensiero”, il tattilismo deve “collaborare indirettamente a perfezionare le comunicazioni spirituali fra gli esseri umani, attraverso l’epidermide”.

Il pittore futurista deve sostituire i mezzi tradizionali con complessi plastici, polimaterici, rumoristici, in cui visivamente e tattilmente si rendono percepibili i rapporti fra colori e materia, forme e peso, calore ed emotività.

Benedetta

Nel 1924 adotta il solo nome Benedetta come nome d’arte sia negli scritti sia nei dipinti.

Pubblica il suo primo romanzo “Le forze umane: romanzo astratto con sintesi grafiche”.

Allo stesso anno appartiene il quadro “Velocità di motoscafo”, presentato in diverse esposizioni futuriste, oltre che alla Biennale veneziana del 1926, insieme con “Rumori di treno notturno”.

Nel 1925 si trasferisce da Milano a Roma con Marinetti.

Nel 1929 Benedetta fu una delle promotrici, insieme a Balla, Depero, Dottori, Fillia, Prampolini, Somenzi, Tato e il marito Marinetti, del Manifesto dell’Aeropittura: in esso la proporzione del totale superamento dei confini della realtà terrestre si accompagna a un’aspirazione a un “idealismo cosmico”, già tema d’indagine della Cappa.

Romanzi e altri scritti

Nel 1931 pubblica “Il viaggio di Gararà: romanzo cosmico per teatro”, una novella lirica fondata sulla concezione futurista della vita universale.

Il personaggio di Gararà rappresenta il ragionamento, la logica borghese, che tutto vuole spiegare e misurare, che viene in fine sconfitto dal trionfo della vita e della poesia.

Ezra Pound, che pubblicò una recensione del romanzo, offrì alla Marinetti l’incarico di redattore capo per una rivista letterario-artistica dedicata a sole donne, da lui ideata in quegli anni.

Benedetta rappresentò una figura centrale del Movimento Futurista del periodo fra le due guerre.

Artista poliedrica, rimasta successivamente nell’ombra di una personalità dirompente come quella del leader del futurismo, partecipò a cinque edizioni della Biennale di Venezia tra il 1926 e il 1936 e a tre della Quadriennale di Roma.

“Ammiro il genio di Benedetta mia eguale e non discepola”

Filippo Tommaso Marinetti.

Suggestioni marine e scie di motoscafi ritornano nell’opera “Aeropittura di un Incontro con l’Isola” che Benedetta dipinge del 1939, immortalando una suggestiva e insolita visione futurista dell’isola d’Elba.

Qui infatti, in estate, la famiglia Marinetti era abituale ospite della famiglia Hammeler-Mazza sul promontorio di Capo Castello.

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