"La Storia"
Le fornaci montelupine iniziarono a fabbricare le prime “maioliche arcaiche”, decorate in ramina e manganese, già sul finire del XIII secolo, sviluppando poi quest'attività nel corso del secolo successivo.
Alla fine del Trecento Montelupo fu uno dei motori del rinnovamento tecnologico e formale della maiolica nell'area fiorentina: introdusse nuovi impasti ceramici biancastri che consentivano una migliore smaltatura del bistugio. Contemporaneamente si superava l'antica bicromia verde-bruna per volgersi sempre più al blu cobalto, aggiungendo al pigmento anche l'ossido di piombo che, fondendo in cottura, lo faceva elevare sulla superficie smaltata (“zaffera a rilievo”).
Già nella seconda metà del Trecento, a riprova della raggiunta maturità produttiva, si documentano i primi flussi migratori dei vasai di Montelupo; fenomeno che si farà più consistente nei due secoli seguenti, interessando Firenze, Pisa, Siena e Roma.
Negli anni tra il 1450 e il 1530 la produzione locale era conosciuta ed esportata in tutto il mondo, anche grazie alle numerose committenze fiorentine da parte della Farmacia di Santa Maria Novella e degli stessi Medici.
La metà del XVI secolo portò anche nelle botteghe di Montelupo l'interesse verso il variegato mondo del “compendiario”, che qui trasse ispirazione da due fonti ben riconoscibili: i così detti “bianchi” faentini e la maiolica veneziana.
Le difficoltà di mercato, connesse con il forte incremento dell'inflazione, provocarono però un'importante mutamento produttivo, causando nuove tendenze.
Fu così che i ceramisti di Montelupo si dedicarono alle ceramiche ingobbiate (sotto vetrina, ma anche marmorizzate, schizzate ecc.), contraddistinte da un minor costo di produzione.
La terribile eipidemia di peste del 1630, seguendo gli anni di crisi economica generale del 1618, vibrò poi un colpo quasi mortale alle imprese ceramiche di Montelupo.
Nella seconda metà del Seicento si assiste all'evoluzione dell'istoriato nel genere figurato, del quale fanno parte i noti “arlecchini” o “mastacci”: piatti figurati su fondo giallo con scene popolari di particolare fascino e bellezza.
Tra il Settecento e Ottocento la fabbricazione si era ridotta a delle stoviglie, ma nella vicina Capraia, negli anni quaranta del XIX secolo, la fornace Bardi diede nuovo slancio alla produzione. Nel 1913 una famiglia di esperti ceramisti, i Fanciullacci, si trasferì a Montelupo, contribuendo a dar vita ad una nuova ripresa della fabbricazione della maiolica nel centro valdarnese.
Tra le due guerre mondiali la nuova attività ceramistica si consolidò fortemente, grazie anche all'apertura di nuove fabbriche che, con la ricostruzione postbellica e la ripresa produttiva degli anni Cinquanta e Sessanta, andarono incontro a una fase di tumultuoso sviluppo.
"Il Prodotto"
Oggi Montelupo Fiorentino è uno dei maggiori poli ceramici italiani, vocato alla produzione delle materie prime e della maiolica artistica per l’esportazione.
Sul territorio dell’odierno Comune di Montelupo e del comprensorio produttivo le aziende producono materie prime (terre e coloranti), ceramica tradizionale, ceramica di design contemporaneo, piastrelle e terrecotte.
Nel Maggio del 2009 sul territorio si è costituita l’Associazione Ceramiche di Montelupo.
La Ceramica di Montelupo Fiorentino viene realizzata nei confini identificati come “territorio di produzione” e realizzata secondo il disciplinare di produzione basato sulle caratteristiche tipiche della maiolica montelupina, identificate sulla base di studi e di ricerche storiche.
"Il Territorio"
Montelupo Fiorentino è collocata a pochi chilometri da Firenze e deve la sua fortuna alla particolare collocazione geografica che la collega direttamente alle principali vie di accesso della toscana e del territorio nazionale.
La sua posizione al centro della Toscana, non lontana da altri luoghi importanti come Pisa, Siena, Volterra e San Gimignano, è l’elemento determinante per lo sviluppo della lavorazione.
Il Museo della Ceramica di Montelupo contiene oltre 3000 pezzi, gran parte dei quali frutto di un lavoro di scavo, ricerca e restauro sul territorio.
A Montelupo, rispetto ad altre città di antica tradizione ceramica, sopravvivono ancora tutti gli aspetti legati a questo prodotto. Il Museo della Ceramica e il Museo Archeologico si occupano di cultura e ricerca storica assieme ad altre importanti realtà associative che lavorano per la valorizzazione culturale dell’arte e della memoria legata alla ceramica.
L'ultima domenica di Giugno la città festeggia il suo prodotto tradizionale con la Festa Internazionale della Ceramica, mentre a maggio si tiene la Festa della Terracotta nella frazione di Samminiatello.
La Scuola della Ceramica di Montelupo rappresenta un modello formativo per la ceramica artistica frequentato da esperti, docenti e allievi di tutto il mondo.
Per far conoscere e valorizzare l'arte ceramica connessa alla ricettività turistica e alle risorse artistico-culturali, nasce La Strada della Ceramica: un viaggio nella Toscana autentica, nella Toscana dell'arte.
Montelupo Fiorentino riveste inoltre la Presidenza della prima Associazione Regionale dei Comuni che ospitano tradizioni ceramiche significative, ovvero l’Associazione Terre di Toscana, che riunisce 11 comuni toscani accomunati dalla volontà di promuovere e valorizzare il prodotto ceramico locale, e la vice Presidenza dell’Associazione Italiana delle Città della Ceramica (AICC) con sede a Faenza.
Curator—Camera di Commercio di Firenze