Il Battistero di San Giovanni Battista

La decorazione dei tre portali del Battistero di Parma, uno dei monumenti più significativi del passaggio dal romanico al primo gotico.

Portale del Redentore (ovest) del Battistero nel dettaglioFabbriceria della Cattedrale

Il portale ovest, noto come portale del Giudizio, è il portale principale del Battistero, anche se è messo in ombra dalle costruzioni vicine.

La lunetta mostra Cristo, giudice glorioso sul trono con tunica e mantello e con ben evidenti le ferite della crocifissione. Sei angeli con gli strumenti della passione si trovano attorno a lui.

Nell’arco superiore si possono osservare i dodici apostoli, coi nomi scritti sui bordi dell’arco stesso, raffigurati tutti seduti su troni o su arbusti. Al culmine due angeli suonano la tromba del giudizio finale, indicando con l’indice un arbusto con un frutto a granuli e di un rosso vivo: è questo un segno di fecondità rimandante alla figura di Cristo, frutto che compie le promesse dei Profeti.

Sull’architrave è scolpita invece la scena della Risurrezione dei Morti, con i corpi che escono dai sepolcri al suono di due trombettieri.

Sullo stipite sinistro sono scolpite le sei Opere di Misericordia, sulle quali avverrà il giudizio finale: partendo dal basso un signore distinto assiste in successione un pellegrino, un malato, un affamato, un assetato, un carcerato ed un ignudo. Un’attenzione merita poi in particolare il signore togato che compie le Opere di Misericordia, è Dio Padre, presentato come esempio da imitare dal cristiano.

Sullo stipite destro è invece scolpita la Parabola della Vigna tratta dal Vangelo di Matteo, dove il padrone chiama gli operai a lavorare nelle diverse ore del giorno, che qui si trasformano nelle varie età della vita. Un tronco di vite attorcigliandosi crea sette spazi, ognuno dei quali corrisponde ad un’età: infanzia (mattino presto), fanciullezza (ora terza),adolescenza (ora sesta), giovinezza (ora nona), maturità e vecchiaia (ora undecima) e man mano che la vita avanza, aumentano i grappoli d’uva.

Nell’ultima scena è ritratto il padrone mentre consegna la ricompensa a tutti gli operai. I due stipiti diventano così un invito ad operare bene nella vita, per ottenere alla fine un buon giudizio da parte del giudice divino.

Portale sud del Battistero: il portale del Battista.Fabbriceria della Cattedrale

Il portale sud, detto della Vita, è quello più povero di ornamenti; nella lunetta è rappresentata la leggenda di Barlaam e Josafat, scritto cristiano con influssi buddisti che conobbe una diffusione particolare in età medievale.

Il fanciullo che si rifugia sull’albero è il principe Josafat, convertito da Barlaam, che è intento a fuggire inseguito dal drago.

Pur rifugiandosi sull’albero, due grossi roditori minacciano di far cadere lo stesso Josafat nelle fauci del drago. Il giovane si salverà solamente nutrendosi del miele dal favo, presente tra le fronde. Il miele nella letteratura biblica è simbolo della parola che nutre, e qui della grazia che permette al cristiano di sfuggire al male e di operare il bene nello scorrere della vita, tema richiamato dal succedersi del carro del giorno e della notte.

Portale nord del Battistero: il portale della VergineFabbriceria della Cattedrale

Il portale nord, detto della Vergine, è senza dubbio quello più ornato prospettando sulla piazza religiosa principale della città. Sull’architrave si trova incisa l’iscrizione che ricorda l’anno della fondazione del Battistero e l’artefice: BIS BINIS DEMPTIS ANNI DE MILLE DUCENTIS / INCEPIT DICTUS OPUS HOC SCULPTOR BENEDICTUS. In questo modo la scritta ci mostra la data d’inizio dei lavori, il 1196, e il nome di chi guidò il cantiere, lo stesso autore della Deposizione conservata nella Cattedrale, che riporta anche il nome della famiglia Antelami.

Nella parte superiore dell’architrave, in calcarenite bianca, sono scolpite tre scene della vita di Giovanni Battista, al quale è dedicato il Battistero. Da sinistra il Battesimo di Cristo, con Giovanni rivestito di pelli, affiancato all’estrema sinistra dagli arcangeli Raffaele, Gabriele e Michele con veli nelle mani.

Viene poi raffigurato il Banchetto di Erode, con al centro del tavolo lo stesso Erode tra Erodiade e un consigliere, al quale un servo porge un vaso. A destra infine Salomè con un fiore in mano, mentre Satana, alle spalle, le suggerisce di chiedere la testa di Giovanni.

La terza scena rappresenta la Decollazione del Battista, con il santo che si sporge a mani giunte da una torre, mentre il sicario tronca il capo, incensato da Michele , per onorare il sangue sparso dal precursore di Cristo.

Nella lunetta, contornata da una cornice aggettante, al centro è Maria in trono, col capo coronato, rappresentata con un fiore nella mano destra e con Cristo seduto sul ginocchio sinistro, in atteggiamento benedicente. Un Angelo guida i Magi mentre portano doni. Sulla destra Giuseppe, seduto, accoglie stupito l’ordine di Gabriele di fuggire in Egitto. Nell’arco che circonda la lunetta sono scolpite dodici figure di Profeti, dove ognuno regge un medaglione con il busto di un Apostolo, composizione frequente nel medioevo.

Sui due stipiti sono scolpiti due Alberi genealogici. Su quello di sinistra si riconoscono i Dodici Patriarchi, capostipiti delle dodici tribù di Israele. Alla sommità si trova Mosè, con le fattezze e la simbologia di Cristo, a simboleggiare che Mosè nella prima Pasqua liberò il popolo di Israele dalla schiavitù, come Cristo, nella seconda Pasqua, liberà l’umanità dalla schiavitù del peccato.

Sullo stipite destro si riconosce la genealogia di Maria, con dodici figure che partendo da Iesse, padre di Davide, dal quale deriva la stirpe regale di Israele, fino ad arrivare in alto a Maria, raffigurata con particolare rilievo quasi in un trono incastonata in una nicchia.

Antelami volle significare così con questa rappresentazione l’importanza di Maria per la città di Parma, testimoniata anche dalla dedicazione della Cattedrale.

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