Un po' di storia
Nel 1814, quando fu ripristinata l’Università dopo il periodo napoleonico, nel Gabinetto di Storia Naturale esisteva già una sezione mineralogica costituita da alcune importanti raccolte donate all’Università da Maria Luigia. Nel 1895, con la suddivisione della cattedra universitaria già esistente di Mineralogia e Geologia, ci fu anche la separazione del Museo paleontologico da quello mineralogico, ubicati entrambi nel Palazzo centrale dell’Università ma a piani differenti. La rivoluzione scientifica del XVIII secolo portava anche lo sviluppo della chimica e della cristallografia permettendo di comprendere i rapporti tra forma, composizione chimica e proprietà fisico-cristallografiche di quegli affascinanti oggetti rilucenti.
L'esposizione
La raccolta mineralogica attuale ha origine dalla riunione di alcune collezioni private settecentesche. La parte esposta del museo è una selezione di circa 800 campioni di minerali e circa 500 di rocce. I minerali sono ordinati con criteri sistematici di tipo chimico-cristallografico. Nel corridoio vi sono alcuni pannelli illustrativi della storia della mineralogia e della cristallografia mineralogica, realizzati per la mostra Cristalli del 2014. All’interno delle bacheche vi sono le strutture atomiche dei principali silicati ed alcune curiosità sui minerali.
Le meteoriti
Degne di nota sono le meteoriti, provenienti da collezioni di fine ‘700 e inizio ‘800, esposte al pubblico per la prima volta nel 2014, tra cui la rara condrite carboniosa di Renazzo e la pallasite di Krasnojarsk, oltre all’unica meteorite caduta in tempi storici nel parmense, di Borgo san Donnino (antico nome di Fidenza), caduta nel 1808 presso la Pieve di Cusignano, in pieno periodo di occupazione napoleonica.
MeteoritiSistema Museale Università di Parma
I minerali
Nelle vetrine si segnalano la cristallizzazione in vena di dimensioni decimetriche di ametista, varietà di quarzo viola per l’entrata nella struttura cristallina di ferro trivalente, la labradorite iridescente, minerale appartenente alla famiglia dei plagioclasi, con cristalli pluricentimetrici zonati, in cui la variazione chimica è sottolineata da una variazione del colore dell’iridescenza, e la malachite, carbonato di rame di colore verde, con una caratteristica struttura mammellonare.
La mineralogia del Parmense
Interessante per conoscere la mineralogia del Parmense è la prima bacheca presso l’ingresso, in cui troviamo alcuni minerali caratteristici del Parmense e del vicino Reggiano, come le aggregazioni tondeggianti di barite (BaSO4), dette septarie, il quarzo nero ben cristallizzato nei gessi, o le belle cristallizzazioni romboedriche di calcite. Anche se non molto appariscente, molto importante è la melanoflogite, raro clatrato di silice, il cui ritrovamento a Parma è uno dei pochi a livello mondiale.
BARITESistema Museale Università di Parma
Un esempio di barite.
EMATITESistema Museale Università di Parma
Un esempio di ematite.
HEMIMORFITESistema Museale Università di Parma
Un esempio di hemimorfite.
AZZURRITESistema Museale Università di Parma
Un esempio di azzurrite.
CALAMINASistema Museale Università di Parma
Un esempio di calamina.
Le Rocce
Per quel che riguarda le rocce, la collezione Krantz presenta i principali litotipi presenti sulla crosta terrestre, mentre nella vetrina a fianco si può visionare la collezione di lastrine lucidate di pietre ornamentali. Provate a trovare quelle che ci sono a casa vostra!
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