Flebotomo (1st century AD)Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Flebotomo
Bisturi rudimentale che permetteva di incidere vene superficiali per permettere la fuoriuscita di sangue.
Surgical suction cup (1st century AD)Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Ventosa chirurgica
Wounded Aeneas (45-79 d.C.)Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Enea ferito
Raffigura la scena, narrata nell’ultimo libro dell’Eneide di Virgilio, di un medico che estrae con una pinza chirurgica la cuspide di una freccia penetrata in una coscia.
Il figlio Ascanio è in lacrime, la madre Afrodite arriva dal cielo con erbe medicinali. La chirurgia incontra la medicina.
Surgical forceps (1st century AD)Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Pinze chirurgiche
Cauterizer (1st century AD)Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Cauterio
Oplomoclion (20th century)Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Oplomoclion
Nella riedizione postuma dell’opera Pentateuchos chirurgicum (1592) di Girolamo Fabrizi d'Acquapendente (1537-1619), sono presenti due tavole nelle quali viene riprodotta, in ogni particolare, una figura definita Oplomoclion, le cui membra e parti del corpo sono costituite da altrettanti apparecchi protesici (utilizzati per le fratture).
Queste protesi, a grandezza naturale, riunite insieme, sintetizzano tutta l'ortopedia del XVI secolo e formano una sorta di tavola sinottica del 'perfetto ortopedico': ogni singolo pezzo rappresenta il modo di curare la rispettiva frattura o lesione ortopedica. Questa è una ricostruzione novecentesca, basata su un testo rinascimentale. Si tratta quindi di un oggetto ‘finto’ dal punto di vista della datazione e della materialità, ma che illustra l’interazione, in età moderna, fra immagine scientifica e il suo valore conoscitivo.