Dora Maar: fuori dall'ombra

Anima surrealista

Statue de femme (1935) di Maar DoraLa Galleria Nazionale

Dora Maar

Avvolta dall’ombra monumentale di Picasso, è stata a lungo – e riduttivamente – nota come sua amante e musa ispiratrice: famosa come la “Donna che piange”, soggetto di una sequenza di dipinti di Picasso che la immortalano nella sua fragilità femminile.

Ma la storia di Dora Maar è stata molto più di questo: pittrice e fotografa di grande talento, intellettuale impegnata politicamente, coinvolta attivamente nella Parigi delle avanguardie artistiche del primo dopoguerra.

Henriette Theodora Marković nasce a Parigi nel 1907, studia presso l’Ecole Photographique Passy e l’Ecole d’Art Décoratif Julian – una scuola progressista che sosteneva l’integrazione delle donne nel mondo dell’arte.

Conosce e frequenta il fotografo Henri Cartier-Bresson che le suggerisce di abbreviare il suo nome.

Nasce Dora Maar.

L'anima surrealista

L'urgenza di catturare la realtà che la circonda la spinge a scegliere la fotografia come mezzo espressivo. La sua è una lettura fotografica realista, quasi espressionista, ma sono già evidenti dei richiami di natura ironica.

Un’inclinazione all’onirico e all’inverosimile che la portano naturalmente ad avvicinarsi al surrealismo.

Percorso che si affina anche da un punto di vista tecnico, durante il periodo trascorso come assistente di Man Ray, che la ritrarrà in più occasioni.

Una fotografa donna

Nel 1931 apre insieme allo scenografo Pierre Kéfer uno studio specializzato in ritrattistica, fotografia di moda e pubblicità.

Le tecniche sperimentate dalla Maar sono all’avanguardia per l’epoca tra tagli prospettici, deformazioni, doppie esposizioni, collages.

Statue de femme (installation view) (1935) di Dora MaarLa Galleria Nazionale

Surrealismo e Politica

Con l’avanzare dei fascismi in Europa, Dora Maar rafforza il suo impegno politico nella sinistra. I temi della diseguaglianza sociale sono il soggetto artistico che fa da contraltare ai suoi lavori professionali degli anni ’30.

Attraverso i fotomontaggi decontestualizza i personaggi delle foto di strada inserendoli in architetture di fantasia, ribaltate da rotazioni e deformate in camera oscura.

La donna che piange

L’incontro di Dora Maar con Pablo Picasso
risale all’inizio del 1936. La loro relazione durò 7 anni.

Dora sarà compagna e musa ispiratrice di Picasso, la cui ombra monumentale inizierà mano mano a sovrastarla. È un periodo artisticamente molto ricco per il pittore che nel 1937 inizia la grande opera Guernica.

Dora avrà il permesso di fotografare tutte le fasi di studio e realizzazione del dipinto, realizzando un diario fotografico che costituisce ancora oggi un documento di grande valore.

Ma per Picasso il mezzo fotografico non è abbastanza degno e convince la Maar ad abbandonare la fotografia e tornare alla pittura.

Statue de femme (installation view) (1935) di Dora MaarLa Galleria Nazionale

Un processo che si rivela estremamente conflittuale, poiché il grande pittore perseguirà a criticare e denigrare l’opera della sua compagna che per lui non sarà mai all’altezza di quella forma d’arte.

Dora è distrutta ed arriva a dire: “solo io so quello che lui è …è uno strumento di morte …non è un uomo, è una malattia”.

“Sono la donna che piange
Sono la donna verde dei quadri del genio.
Sono l’idea stessa del dolore, il mio, il suo, il dolore del mondo”

Statue de femme (1935) di Dora MaarLa Galleria Nazionale

La fine

La relazione viene interrotta da Picasso nel 1943. Una nuova giovane amante è entrata nella vita del pittore, lei è incinta. Dora è sterile, una condizione che la porterà alla depressione e al ricovero in una clinica psichiatrica dove, oltre all’elettroschok, ebbe l’opportunità di fare psicoanalisi con Jacques Lacan.

“Tutti pensavano che mi sarei uccisa dopo il suo abbandono. Anche Picasso se lo aspettava. Il motivo principale per non farlo fu di privarlo della soddisfazione.”

Nature moerte au réveil (1938) di Dora MaarLa Galleria Nazionale

Fuori dal mondo

Due anni dopo, superata la crisi, si ritira nel paese Ménerbes, luogo in cui Picasso le aveva regalato una casa – insieme a una serie di suoi dipinti che lei non venderà mai nonostante le difficoltà economiche. Continuerà a dipingere per il resto della sua vita.

La sua produzione pittorica si emancipa dall’influenza di Picasso per evolversi “verso nature morte caratterizzate da forme stilizzate, da oggetti sobri ed isolati”, muovendosi sempre più verso un linguaggio puramente astratto, sperimentando diverse forme espressive.

Dopo la sua morte nel 1997, la scoperta nel suo appartamento di un enorme quantità di opere inedite, ha portato alla luce, nella sua completezza, la straordinaria ricchezza della sua arte, rendendone oggi possibile l’omaggio.

Dora Maar
Ringraziamenti: tutti i partner multimediali
In alcuni casi, la storia potrebbe essere stata realizzata da una terza parte indipendente; pertanto, potrebbe non sempre rappresentare la politica delle istituzioni (elencate di seguito) che hanno fornito i contenuti.
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