"L'opera va ben oltre il Liber monstrorum de diversis generibus: manca la volontà di moralizzazione che c'è nei bestiari tardo-antichi o medievali, ma è un libro di mirabilia, che sa spaventare, sorprendere, meravigliare, un libro in odore di magia che trascende la realtà restandone sempre attento testimone.
Il messaggio è didattico, allegorico e religioso a un tempo, è una grammatica della natura che classifica e crea le creature. Come nel Medioevo questo libro insegue la polivalenza semantica e la multifunzionalità, in barba a tutti gli illuminismi; come nelle Etymologiae di Isidoro di Siviglia ogni pagina comincia con ""Bestiarum vocabulum proprie convenit ..."" (il vocabolo bestia, animale selvaggio, si addice...)."
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