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A Trans-African Worldspace

Invisible Borders Trans-African Project2015

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015

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Venezia, Italia

Invisible Borders: The Trans-African Project
Fondata a Lagos, Nigeria, nel 2009.
Ha sede a Lagos.

Invisible Borders: The Trans-African Project ha preso il via nel 2009 su iniziativa di Emeka Okereke, un artista itinerante nigeriano. Si tratta di una piattaforma di collaborazione che riunisce fotografi, scrittori e registi di diversi Paesi, africani e non, per discutere il significato delle frontiere e valutare la complessa realtà materiale dell’Africa attraverso un viaggio da compiersi ogni anno. A cominciare dal primo, effettuato nel 2009, in coincidenza con i Rencontres Africaines de la Photographie di Bamako, il gruppo si è poi recato a Dakar, Senegal (2010), Addis Abeba, Etiopia (2011) e Libreville, Gabon (2013). I partecipanti, che giungono da tutta l’Africa, si riuniscono a Lagos, in Nigeria, dove il progetto è formalmente registrato come organizzazione artistica, per poi procedere verso le varie destinazioni dopo aver attraversato, durante il percorso, diverse frontiere. Così facendo il progetto assorbe e diffonde iniziative simili, come Overcoming Maps (2001, 2004, 2005 e 2007), di un circolo panafricano di artisti con sede a Enugu, Nigeria, ed Exit Tour, organizzato dal defunto artista camerunese Goddy Leye nel 2006. Questi progetti sono ispirati a diversi obiettivi: esaminare criticamente la mobilità nel continente rispetto al retaggio del colonialismo europeo che si rispecchia nei confini nazionali; generare scambi culturali; creare una rete di artisti e produttori di cultura nel continente; reinventare l’immagine dell’Africa, pesatamente tacciata di essere un luogo costantemente affetto da patologie.
Ai viaggi di Invisible Borders ha partecipato un totale di ottantacinque artisti, e gli esiti sono stati presentati nell’ambito di mostre, seminari e conferenze in località di tutto il globo. Fra queste il Kunstmuseum, Berna, Svizzera (2010); New Museum, New York (2012); Biennale Benin (2012); African Union Center, Addis Abeba (2012).
Nel 2014, Invisible Borders ha compiuto il viaggio più ambizioso mai realizzato, da Lagos a Sarajevo. Si e trattato di un tentativo di approfondire l’inquadramento concettuale del transafricanismo, considerando la storia e la temporalità dell’Africa al di là delle limitazioni di luogo e di tempo. L’aspetto più importante, tuttavia, è stato quello di affrontare i rapporti tesi del continente con l’Europa. Questa nuova premessa, che porterà a viaggi futuri, viene presentata alla Biennale di Venezia con il titolo A Trans-African Worldspace, una piattaforma interconnessa di idee e interventi che comprende un archivio visivo (filmati, testi, fotografie) dei viaggi passati, un’installazione di oggetti e un documentario.

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  • Titolo: A Trans-African Worldspace
  • Creatore: Invisible Borders Trans-African Project
  • Data di creazione: 2015
  • Diritti: Courtesy gli artisti, Foto di Alessandra Chemollo; Courtesy: la Biennale di Venezia, con il supporto di Ford Foundation; Institut français/Programme Afrique et Caraïbes en créations; L’agence à Paris
  • Materiale: installazione a tecnica mista, proiezione di quattro diapositive digitali, stampe fotografiche, video, colore, audio
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