Carla Prina è tra le artiste comasche degli anni Trenta la più internazionale, anche perché dopo il matrimonio visse con il marito, l’architetto Alberto Sartoris, a Cossonay, vicino a Losanna, creando un collegamento tra il gruppo degli astrattisti comaschi e il resto d’Europa. Ritmi futuristi e rigore strutturale neoplastico convivono nei dipinti realizzati tra il 1939 e il 1942, periodo al quale si può ascrivere questa composizione. Si tratta di una delle sue prime opere veramente mature, realizzate dopo la formazione all’Accademia di Brera e poi accanto ai pittori Rho e Radice, di cui era stata assistente. La sua pittura non è esente, infatti, anche da suggestioni metafisiche, presenti anche in altre sue composizioni. La geometria è nel suo lavoro lontana dal rigore matematico e intrisa invece di sentimento, liricità, tensione, grazie al disegno, ai colori generalmente tenui e sfumati, alle forme fluide e non rigidamente geometriche. (E. Di Raddo)