Moira Ricci si intrufola nelle fotografie del passato sulle tracce della propria madre, le cui date di nascita e morte danno il titolo alla serie e indicano il periodo temporale coperto dalle immagini. L’artista, infatti, rielabora digitalmente vecchie fotografie della madre, accanto alla quale si inserisce e si rivolge con lo sguardo, pur rimanendo un personaggio esterno, una sorta di onnipresente fantasma che si trattiene al margine dell’immagine e degli eventi. Il confronto con le fotografie del passato non risponde tuttavia all’esigenza di uno sguardo retrospettivo: Moira Ricci guarda alla realtà nel tentativo di travalicarne la dimensione spazio-temporale, incontrando virtualmente la propria madre in diversi momenti della sua vita e prima della sua improvvisa scomparsa. Con la manipolazione digitale dell’immagine, l’artista sopprime la distanza temporale e, attraverso le foto di “cronaca familiare” si volge al passato della madre e contemporaneamente al proprio presente e alle proprie origini. Moira Ricci prende a soggetto del suo lavoro quelle fotografie intime e familiari che si fissano nella memoria di ogni individuo. Come ha fatto notare lo psicologo sociale Harald Welzer nel libro Theorie der Erinnerung [Teoria della memoria], capita a volte che tali fotografie si sostituiscano, nella nostra memoria, al ricordo di situazioni effettivamente vissute. Altre, scattate in nostra assenza, sono tuttavia presenti e ancorate nella nostra memoria, come se avessimo assistito in prima persona ai fatti che descrivono.
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