Macchinario per la preparazione della conserva costituito dalla bacinella vera e propria, d'acciaio e di forma emisferica, montata su un supporto-contenitore grigio e rosso di ghisa e munita al centro di una pala che mescola il pomodoro sminuzzato per assicurare una cottura omogenea. Nel lato posteriore reca una targa metallica con il marchio di fabbrica: la scritta 'LUCIANI' entro un campo circolare ornato da motivi a onde e da due frecce disposte inferiormente e superiormente. La macchina è stata restaurata da Gaudenzio Iacci nel 2010. Documenta i primi sistemi lavorazione all’aria, con cui si produceva la conserva nera, precedentemente all'impiego delle boules sotto vuoto. A fianco del comparto produttivo alimentare, dagli ultimi anni dell'800 iniziò a svilupparsi quello dei macchinari, che officine di dimensioni medio-piccole costruivano e forgiavano artigianalmente e quasi “su misura”. Tra le più importanti del parmense vi fu la “Oreste Luciani”. Fondata nel 1909 e divenuta dopo la Grande Guerra un'impresa di dimensioni ragguardevoli, con fonderia e presse per lo stampaggio, rimase attiva fino al 1985.
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