Il ricercato cofanetto in avorio dipinto, realizzato da artefici di cultura islamica, aveva in origine un uso profano. In un periodo successivo alla sua donazione alla cattedrale - che andrebbe riferita al principe vescovo Federico Vanga (1207-1218) - il cofanetto venne utilizzato, insieme agli altri due esemplari qui esposti, in ambito liturgico.
Sul lato anteriore, entro due cerchi sono raffigurati falconieri a cavallo. Di particolare interesse è l’iscrizione che corre lungo il bordo del coperchio: tracciata in arabo corsivo (naskhi), contiene versi amorosi che si trovano con minime varianti anche nelle versioni egiziane de Le mille e una notte.