Chiesa consacrata dove si diceva messa e in cui non si esercitava la «cura d’anime». Era parte di una «grancia», cioè una struttura originariamente adibita alla conservazione di grani e sementi. Risultava già abbandonata nel sec. XVII. Dopo il 1799, gli stessi abati commendatari di S. Maria Arabona dismettevano la medesima abbazia, cedendola alla famiglia Zambra di Chieti che, a sua volta, nel 1968, l’avrebbe donata all’odierna Arcidiocesi di Chieti-Vasto.
Resti archeologici affioranti interamente coperti da vegetazione spontanea
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