Cicatrici mostra un punto d’incontro tra arte e tecnologia, connesse indissolubilmente tra loro dalle esperienze umane di ogni singolo partecipante: esperienze spesso dolorose, che fremono per essere raccontate, per essere buttate fuori dal proprio corpo così da alleggerirne il peso. Cicatrici è una preziosa occasione per condividere e riflettere. La mia vita pre-malattia ha sempre avuto come obiettivo la perfezione: non potevo deludere le aspettative altrui in nessun ambito e non vi dovevano essere difetti, proprio come in una statua classica. Negli ultimi tre anni il bisturi ha lasciato segni indelebili sulla mia pelle che non posso nascondere né a me stesso né agli altri, facendomi soffrire enormemente. Deturpare il corpo perfetto del David con quei segni sulle gambe e sul torace, privarlo del tutto della sua folta chioma riccia sostituendola con un cappellino e trovare ancora della bellezza in quello che abbiamo realizzato, ha un valore simbolico enorme.
Nella mia opera, dolore e ironia sono i protagonisti: la mia malattia prende la forma di una grossa zavorra che cerca in ogni modo d’immobilizzarmi, ma i colori sgargianti degli odiati chemioterapici diventano bicchieri di Spritz.