La tela proviene dalla sagrestia del convento veronese di Santa Maria della Vittoria Nuova, appartenente all’ordine religioso dei Gerolamini, che più di ogni altro favorì Veronese nel suo soggiorno veneziano, con le continue e consistenti commissioni per la chiesa di San Sebastiano. L’opera, ben conservata, mostra raffinati cangiantismi cromatici e una pittura libera e liquida, particolarmente nel paesaggio.
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