Nelle composizioni di Crocetti che raffigurano questo antichissimo tema iconografico, la corrispondenza tra uomo e animale è ben visibile non tanto nella sincronicità dei movimenti, ma in una certa somiglianza quasi fisionomica, come se l’andatura avesse potuto modificare e l’uno nelle sembianze dell’altro.
In questo esemplare, le membra scarne del cavaliere sembrano fondersi nel torace altrettanto asciutto del quadrupede. Il movimento di entrambi è stanco, l’uomo cerca di spronare la bestia ma senza un reale intendimento. L’obbedienza del cavallo è accennata nella zampa anteriore appena sollevata da terra, ma la testa fiacca sembra pesare più della volontà, nella torsione, ancorché aggraziata, del collo.