La versione di Cavallo e cavaliere del 1970 è indubbiamente la più narrativa e manifesta un rapporto diverso tra uomo e animale; mentre nei precedenti e successivi esemplari (ACO072; ACO073; ACO083) si nota un comune intendimento nella fiacca dell’agire, qui l’essere umano ha il guizzo del comando, cui la bestia a fatica si sottomette. La torsione del muso, infatti, in questo esemplare è repentina nello scatto e coinvolge soltanto la testa del cavallo, mentre il collo è rigidamente eretto: nelle versioni successive, invece, la stessa rotazione è più bassa e progressiva, accondiscendente con gli stanchi ordini del padrone.