Nell’opera donata da Grelo e dalla Galleria Bongiovanni emerge immediatamente un aspetto caratteristico del lavoro dell’artista: gli animali come soggetti delle sue opere, a volte soli, a volte in gruppo, a volte affiancati a figure umane. Ce ne sono dappertutto nei quadri di Grelo. Sono impermeabili e imperturbabili: guardano quello che succede, guardano punti lontani o guardano noi di là dalla tela, affaccendati nella nostra vita quotidiana. Possono essere, tigri, scimmie, puma, cani, lupi o leoni come in questo caso. Esseri ieratici e altamente simbolici, a volte gli animali sono l’artista stesso, che si traveste sotto questo manto per scrutarci meglio o per spaesare la figurazione, chiedendoci di guardare “oltre” proprio come fa il leone. Infine il titolo: ecco che compare anche un’altra caratteristica dell’artista: l’ironia.
Il Leone al cinematografo guarda con aria concentrata chissà quale film sullo schermo. Ma è un’ironia, che, come sempre in Grelo, sta a noi scoprire e individuare.
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