La tavola, tratta dal disegno dell'artista italiano Francesco Villamena (Assisi, 1565–Roma, 1624) si inserisce nella tradizione di Annibale Carracci e Francesco Maria Vitelli (Vedi in collezione i numeri 24 e 150) proseguita successivamente da Gaetano Zompini ed altri della rappresentazione dei mestieri ambulanti, degli artigiani attivi nelle varie città che prende spunto dalla Piazza universale di tutte le professioni del mondo, vero best–seller di fama europea pubblicata dall'emiliano Tomaso Garzoni – enciclopedico ante litteram – per la prima volta nel 1585. Questa versione, è copia successiva, in controparte, dell'originale, tavola 201 di una serie di mestieri, con rima in lingua italiana conservata alla Biblioteca Casanatense di Roma, che recita: “Ecco da Pesar qui un amico nostro/ che allegro vien con la sembianza altera// Ecco del Soldatin l'effigie vera/ Con la sua tinta fina e con l'inchiostro” con dedica a Tobia Rosolino. Iscrizioni: En quam hilari altoque ad nos Pesar compedo pergit/ Vera colore suo militis ora nitent.
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