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Veduta di Opere

Abu Bakarr Mansaray1997

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015

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Venezia, Italia

Abu Bakarr Mansaray
Nato a Tongo, Sierra Leone, nel 1970.
Vive e lavora a Harlingen, Olanda.

I disegni spettrali di Abu Bakarr Mansaray hanno attratto l’attenzione del mondo dell’arte poco dopo il suo arrivo in Europa, nel 1998, come rifugiato di guerra. Suscitano una reazione viscerale per la loro intricata composizione, l’intensità e la scelta dei soggetti. Realizzati nel 1997, i disegni costituiscono la documentazione visiva di un’esperienza vissuta da Mansaray in prima persona: quella della guerra civile in Sierra Leone, durata quasi vent’anni, dal 1991 al 2002. Artista autodidatta, Mansaray già da adolescente aveva imparato da solo i principi dell’ingegneria dopo essersi trasferito da Tongo, dove è nato, a Freetown, la capitale del Paese, nel 1987. Questo interesse ha preso forma nei suoi disegni, spesso impostati come diagrammi assonometrici di droni predatori a forma di artropodi o macchine futuristiche. Eseguiti generalmente a matita, pastello e penna biro, dimostrano non solo una grande attenzione per i particolari, ma anche una feconda immaginazione. Si tratta di disegni finiti o di schizzi preparatori per le sue sculture in miniatura, altrettanto spettrali, che realizza in filo di ferro. Queste sculture, sebbene minuscole ed eseguite con materiali poveri, impongono la loro presenza al visitatore e riflettono il tentativo di Mansaray di ottenere la trasparenza delle forme.
The Massaka (1997), una distorsione della parola “massacro”, emerge da uno spazio oscuro e profondamente personale. È qui che Mansaray presenta la carneficina che ha devastato la Sierra Leone durante la crisi intestina. L’elemento principale è il carro armato zoomorfico che occupa il centro del disegno: l’apparecchio sputa fuoco rosso e lascia dietro di sé una scia di corpi umani a pezzi. Gli elementi principali sono etichettati oppure segnati con commenti scritti che comunicano la fragilità degli uomini, vittime casuali nei conflitti, e il disfacimento dello spazio postcoloniale. Nelle opere successive, Mansaray prende le mosse dalla traduzione delle proprie esperienze oppure le utilizza come tropo visivo. Successivamente agli anni novanta, Mansaray ha gradatamente cominciato a depersonalizzare il ricordo della guerra civile in Sierra Leone per andare alla ricerca dell’universalità dell’esperienza umana. Il suo vocabolario di forme meccanizzate si è fatto più sofisticato e complesso dopo aver rivolto la sua attenzione a diversi problemi, che in parte riguardano il più ampio impatto del complesso militare-industriale, in parte la crescente dittatura della tecnologia nelle nostre vite.

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  • Titolo: Veduta di Opere
  • Creatore: Abu Bakarr Mansaray
  • Data di creazione: 1997
  • Diritti: Courtesy CAAC – The Jean Pigozzi Collection, Ginevra, Foto di Alessandra Chemollo; Courtesy la Biennale di Venezia, con il supporto di Ford Foundation; CAAC – The Jean Pigozzi Collection, Ginevra; Institut français/Programme Afrique et Caraïbes en créations; Mondriaan Fund
  • Materiale: disegni, matita e inchiostro nero e rosso su carta
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