L'opera rappresenta un'affollata composizione di figure distribuite su piani paralleli, talune avvicendate nelle mansioni culinarie, altre vivacemente riunite ai tavoli, altre che suonano, secondo uno schema scenografico tipicamente bruegheliano. Firmato e datato sul retro (1565), questo è l’unico dipinto di Marten van Cleve documentato in collezioni pubbliche italiane, e costituisce una delle più significative testimonianze della fortuna della pittura di genere fiamminga nell’Italia settentrionale. Marten van Cleve, uno dei primi specialisti in scene di genere, guidava ad Anversa una grossa bottega, capace di soddisfare le richieste di un vasto mercato lavorando su un numero limitato di temi da riprodurre in quantità, solo con minime varianti. La sua pittura, autonoma e originale nel sintetizzare i molteplici linguaggi della cultura figurativa anversese del tempo, aveva una sua cerchia di estimatori per i quali le immagini satiriche legate alla vita dei ceti subalterni costituivano un motivo di svago e divertimento.
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