La tavola con molta probabilità rientra in quella produzione di ‘sacre conversazioni’ di piccolo formato destinate alla devozione privata. L’autografia della firma sul cartellino, accertata in occasione del restauro del 1984, conferma la paternità di Mansueti. La tipologia della Madonna, inquadrata sotto le ginocchia, e il suo isolamento ieratico – ottenuto grazie al panno damascato alle sue spalle, realizzato con la tecnica dello spolvero – rispetto al paesaggio circostante e alle due figure laterali di san Girolamo e del Bambino, sono tutti elementi che rimandano a opere tarde di Giovanni Bellini. Il paesaggio collinare e il san Girolamo a mezza figura si rifanno però a modelli quattrocenteschi, sia per la secchezza del segno sia per la cura analitica dei particolari.