La tavola rappresenta l’unica opera di sicuro riferimento per la formazione giovanile del pittore veneziano, presto esiliato a Zara e attivo quindi per il resto della vita nelle Marche. L’opera è firmata in lettere capitali classiche e presenta tutta la simbologia allegorica della Passione, compresi i putti che ne recano gli strumenti e uno sfondo paesistico con la scena finale della Crocifissione. Vi sono pure incluse una curiosa Gerusalemme dalle torri gotiche appuntite, percorsa da personaggi orientali; l’episodio con san Pietro che ha mozzato l’orecchio del soldato, l’albero secco con l’avvoltoio appollaiato, tipico emblema di crudeltà e morte nelle scene della Passione, e il bambino sul cavallo bianco, altro ricorrente emblema di immaturità e incostanza.