«Le due masse del cane eretto e dell’uomo che si curva su di lui rispondono con suprema eleganza ritmica e plastica, in virtù anche del braccio che in senso verticale spartisce e fa da asse: è un continuo pensiero plastico, assai legato al sentimento, alla realtà alle ragioni umane dell’invenzione, anzi il ‘colloquio’ tra bestia e uomo, tra cose della natura e macchina pensante è qui, nel teorema della forma, anche un’espressione della vita.» (Venturoli, 1972)