Il dipinto mostra la maga Medea che, dopo aver promesso alle figlie del vecchio re Pelia di ricondurlo a giovinezza, dimostrando di saper tramutare in agnello un ariete fatto a pezzi e buttato in una caldaia, uccide il sovrano, rivale del suo amato Giasone, ma senza più resuscitarlo ringiovanito. La fonte letteraria della composizione, la Medea di Euripide, narra pure come la maga, per fuggire alla vendetta, salì su un carro trainato da draghi che la portò in salvo ad Atene. Questo finale della vicenda si vede qui illustrato nel fondo del dipinto, come un epilogo teatrale. L’operetta è un distillato della cultura esoterica e letteraria della fine del Cinquecento, che presenta un notturno molto suggestivo di riflessi, con tutto l’armamentario delle pratiche magiche del tempo.